faviagiovannidi Davide Turrini e Giulia Zaccariello
Una “rivoluzione civile” con un bel pezzo di Movimento 5 Stelle. Guarda anche agli espulsi grillini la campagna acquisti di Antonio Ingroia, che in vista delle prossime elezioni ha preso contatti con i “epurati” da Beppe Grillo in Emilia Romagna. Offerte sono arrivate sia al primo degli epurati, il consigliere di Ferrara, Valentino Tavolazzi, sia a Federica Salsi, l’eletta al Comune di Bologna messa alla porta dopo la lunga polemica sulla sua partecipazione a Ballarò, ma soprattutto a Giovanni Favia, il consigliere emiliano recordman di voti alle scorse elezioni regionali e cacciato con un post sul blog beppegrillo.it a metà dicembre. Per lui il leader degli arancioni sta pensando a un posto a capo della sua lista Rivoluzione civile in Emilia Romagna fin da prima l’ufficializzazione della sua lista per le prossime elezioni.

Con il beneplacito di Antonio Di Pietro e dei partiti (Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi, n.d.r.) che supportano l’avventura elettorale di Rivoluzione Civile, l’ex pm palermitano vorrebbe schierare Favia, come punta di diamante nella partita del 24 e il 25 febbraio per la Camera in Emilia Romagna. Una mossa che consentirebbe agli “arancioni” di attingere a quella fetta di elettorato “grillino” scontento e deluso dalle ultime epurazioni di Grillo. Del resto sul web e sui social network, da sempre arene di confronto dei 5 stelle, non manca chi cerca di incoraggiare Favia a fare il grande salto.
Al momento, però, risposte definitive e adesioni non ne sono ancora arrivate. E Favia preferisce glissare di fronte alle domande dei giornalisti. Ma è vero che già prima di Natale, nella sua prima lunga dichiarazione pubblica dopo l’espulsione, l’ex enfant prodige del Movimento non aveva escluso una migrazione in un’altra realtà politica.  “Lo scenario che mi si pone davanti rappresenta un primo grande bivio” aveva scritto sulla sua pagina Facebook. “Da un lato la possibilità di continuare con il simbolo del Movimento, dall’altro l’assurda e forzata interruzione di un percorso in crescendo durato anni, che mi porrebbe l’interrogativo ulteriore del se e del come proseguire il mio impegno politico, al di fuori di quella che fino ad oggi è stata la mia casa e dell’attuale consesso in cui opero anche grazie a quel simbolo”.
Ma gli “arancioni” di Bologna non li vogliono. Doveva essere la lista elettorale della società civile, dei candidati non provenienti da segreterie di partito o da ruoli istituzionali, ma i rappresentanti degli “arancioni” nella provincia di Bologna i nomi di Favia e Salsi nemmeno li vogliono sentire nominare.
Dichiarazioni ufficiali non arrivano da veri e propri referenti della Lista Ingroia, visto che in provincia di Bologna non esiste un apparato con dei portavoce se non attraverso le segreterie dei partiti che la appoggiano, ma da diversi componenti dell’Assemblea Provinciale di Cambiare si può che si sta incontrando da almeno un paio di mesi per poi confluire nel progetto Ingroia.
“Giovanni e Federica non si sono mai visti in nessuna riunione fatta fino ad oggi da Cambiare si può”, spiega Lorenzo Alberghini, uno dei fondatori del gruppo in città, “se si presenteranno all’assemblea di lunedì 7 gennaio alle Scuderie di Bologna dove verranno formulati, e votati, i nomi da presentare nelle liste di Camera e Senato, e proporranno il loro nome, ben vengano. La loro candidatura passerà comunque dal voto dell’Assemblea”.
“Per il 40% di chi ha fatto parte di Cambiare si può nella provincia di Bologna l’esperienza di Rivoluzione Civile viene sospesa fino a marzo”, spiega Gabriele Bollini degli Ecologisti Civici, “una parte di noi, come il sottoscritto, non approva questo catapultare di nominati in lista. I partiti e i già eletti nelle istituzioni avrebbero dovuto un passo indietro, ma ne hanno fatti ben due avanti. Suggerisco a Favia, semmai, di non candidarsi ma di dare una mano per formare le liste con persone che provengano realmente dalla società civile”.
“Impossibile che la base di Cambiare si può voti Favia e Salsi”, chiosa Alberghini, “se convinceranno l’assemblea domani sera, però, e avranno la maggioranza, nessuno gli potrà togliere la candidatura in lista”.
Tra i possibili nomi che usciranno dall’assemblea di Cambiare si può come candidati alla Camera e al Senato per l’Emilia Romagna ci sono Ivan Cicconi, ingegnere, tra i maggiori esperti di infrastrutture e lavori pubblici, e Daniela Valdisserra.

Dal Fatto quotidiano

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