cambiaresipuodi Emilio Molinari
Penso di essere stato tra i primi firmatari di "Cambiare si può", quindi tra i suoi promotori. Non milito in nessun partito da almeno 20 anni, convinto della loro incapacità a rinnovarsi e mettersi in gioco per un progetto unico di sinistra all'altezza dei problemi del nostro tempo. Ho dedicato questi ultimi 20 anni a far crescere movimenti reali o fondarli, come quello dell'acqua che è stato vittorioso, trasversale e portatore di quei nuovi paradigmi di cui oggi tutti parlano. Ho votato telematicamente sì per la lista e ho evitato finora di intervenire nel dibattito in rete.

Ora però permettetemi una considerazione. Il dibattito è stato inizialmente interessante e onesto, anche se poco coinvolgente e altrettanto poco proiettato a "conquistare" nuova militanza e nuove adesioni fuori dal microcosmo dei nostri desideri di ceto più o meno politico.
Poi gli egocentrismi, i rancori e le nostre passate ferite hanno prevalso e generato in rete "furori non più giovanili" e non diversi in quanto a settarismi, autoreferenzialità e volontà autodistruttiva, forse peggiori da quelli degli stessi partiti. In "Cambiare si può" ognuno ha travasato, talvolta con arrogante certezza intellettuale o ideologica, il proprio "sogno", il proprio modello di soggetto politico compiuto e pensato, a prescindere da ogni contesto reale e da ogni considerazione politica. Ha brandito le proprie convinzioni troppo spesso con inaccettabili insulti, per porre discriminanti. Questo ragionare continua ad allontanare le persone interessate, crea scontentezze invece di entusiasmi, allontana compagni ed esperienze invece di caricare la molla dell'impegno.
Anch'io avrei preferito un passo indietro dei segretari di partito, anzi avrei voluto molto di più, che i partiti cogliessero l'occasione per rimettere in discussione sé stessi, facessero i conti con i loro paradigmi e i loro fallimenti ecc... Avrei voluto che Ingroia non occupasse tutta la scena e non parlasse solo di inchieste ma dei grandi problemi sociali. Avrei voluto un soggetto che non avesse l'immagine dei magistrati, avrei voluto tante cose. Ma non posso dimenticare che la ragione principale per la quale ho sottoscritto l'appello e votato sì è un'altra e per me è la più importante. È che penso che nel nostro paese si stiano chiudendo tutti gli spazi della politica. Che i movimenti oggi costruiscono sì la politica vera, ma hanno comunque bisogno di referenti istituzionali che tengano ancora aperte le contraddizioni. Che occorre fermare la monetizzazione dei beni comuni, mantenere viva l'idea di pubblico e di partecipazione e affrontare il nodo del lavoro senza dover inseguire l'improbabile crescita.
Penso che il Pd e Bersani non siano questa cosa, non sono un argine al montismo e all'agonia della politica che si consegna al mercato, ma la sua decennale deriva ne è semmai la causa e che la subiamo da tanto tempo, di volta in volta in nome del voto utile e del pericolo Berlusconi, che non è accettabile che venga ancora riproposta questa prospettiva. Penso che Sel non possa più tenere aperta alcuna contraddizione. Penso che aver agito, sperando di vincere, tagliando sempre a sinistra sia stato fallimentare. Penso infine che la lista che si sta costruendo aiuta tutto ciò che di sinistra sta ancora nel centrosinistra stesso, e può avere un ruolo positivo anche sul Movimento 5 stelle. Tutto questo non è poco e soprattutto è utile al nostro paese. E scusate.... vorrei non essere insultato e ostacolato perché penso tutto ciò.

Il Manifesto - 08.01.13

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