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Dopo la grande manifestazione di oggi, le 80000 persone, il sole, le bandiere, i visi sorridenti e la grande, magnifica calma di tutti, mi sentivo davvero in pace col mondo. Almeno fino a domani.

Mi sono poi recato a sentire Pino Masciari e Salvatore Borsellino a Sant’Ambrogio, serata del Grande Cortile, per parlare di legalità con Davide Bono, organizzava Gregorio Fontana. Bellissima conferenza.
Nel frattempo sono inziate ad arrivarmi le notizie orribili da Porta Nuova. Ho iniziato a guardare in rete, poi ho telefonato, su suggerimento di un amico, Luigi, a Giorgio Cremaschi, leader della FIOM, che aveva visto tutto.
Alla fine, sono stati gli organizzatori a chiedermi un intervento, dopo quelli dei relatori e prima delle conclusioni di Sandro Plano. Ho detto questo, più o meno.

Devo parlarvi di un fatto grave successo due ore fa, a Torino. Dopo la più bella e partecipata e pacifica manifestazione della storia della valsusa, ragazzi di Milano, Asti e altre città sono tornati in treno a Torino, per poi prenderne uno verso casa, tutti credo molto stanchi, felici e con nessuna voglia di altro se non tornare tranquilli.
A Porta Nuova hanno trovato un vero e proprio agguato. Il signor Spartaco Mortola è ora a capo della Polizia Ferroviaria di Torino, dopo essersi così distinto nei fatti della Caserma Diaz a Genova nel 2001 da meritare due condanne, in primo e secondo grado, e la proposta di interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.

Nonostante ciò, è stato posto nell’agosto scorso a capo della polfer, e oggi ha compiuto il suo “dovere”. Centinaia di agenti in tenuta antisommossa attendevano i ragazzi NOTAV con un vero e proprio agguato, ripetiamo. Le testimonianze parlano di un impedimento fisico a tutti coloro che avessero un aspetto da “centrosociale” di salire sui treni, pretendendo la mancata presentazione del biglietto. Di solito la “polfer” non verifica i biglietti, questo lo fanno i controllori, ma si sa, questo è un caso speciale. Come si sarebbe fatto, se no, a “creare” l’incidente, tanto voluto e non verificatosi per nulla in Valsusa, dove i manifestanti, ripeto 75/80.000, avevano VINTO?

A quanto pare, i ragazzi di Milano viaggiavano in gruppo e avevano un biglietto cumulativo – per avere sconto – che supponevano includesse anche il ritorno e non solo l’andata. COME SAPEVA LA POLFER IN ANTICIPO TUTTO CIO’ IN MANIERA DA TROVARSI LA’ PRONTA? Lascio questa mia riflessione a chi la vuole approfondire.
Comunque: una prima carica della polizia – con rincorsa di 20 metri – è avvenuta a danno del gruppetto, totalmente PACIFICO, di ragazzi-rappresentanti che si erano avvicinati per capire semplicemente cosa volessero impedire tutti questi poliziotti.

Dimostrando una presenza di spirito e una calma che al sottoscritto sarebbe difettata, è stata concordata una integrazione del biglietto che permettesse il ritorno a Milano. Si noti come nessuna alacrità del genere viene mai applicata in caso di partite di calcio. Bravi e onesti i ragazzi milanesi. Non so gli altri, coinvolti in questo agguato, come abbiano trattato l’incredibile privilegio di salire su un treno delle FS dichiarandosi disponibili a pagare.

Fatto sta che, mentre i ragazzi si disponevano sul binario per salire sul treno per Milano, sono stati caricati alle spalle, con una rincorsa di circa 50 metri, dalla polizia ampiamente manganellante, letteralmente scatenata. Diversi contusi, tre feriti seri. Per i feriti delle “forze dell’ordine”, credo basterà prendere i loro numeri ufficiali, dividerli per 10, e vi ricavate il dato da soli. IO, questa notte, non ho voglia di parlarne!

Una testimonianza per tutte, quella di Pinuccia: Guarda il video!
Giorgio Cremaschi ed alcuni altri, già a bordo del treno, vedono i poliziotti menare come forsennati manganellate persino contro i finestrini. A questo punto scendono – e va rimarcato il loro coraggio – per protestare. Parlano con alcuni agenti della digos, pare anch’essi addirittura preoccupati dall’esplosione di violenza dei colleghi. Ottengono che i ragazzi, feriti inclusi, possano finalmente salire sul treno e tornare a casa in pace.

Cito due casi che mi toccano personalmente, perché è giusto farlo. Luigi, un amico, ha avuto la testa spaccata e gli hanno dato sette punti in ospedale. Pinuccia, una adorabile compagna dell’astigiano che avevo salutato due ore prima, è stata sbattuta a terra e manganellata e se l’è cavata con una forte contusione alla zona parietale destra. Sono solo DUE che conosco.
Io, sinceramente, mi vergogno. Mi vergono di essere concittadino delle persone che hanno ordito questo agguato. Mi sento umiliato.
Io in questi giorni ho invitato tutti i manifestanti alla calma e ho anche affermato che era preferibile contestare il Procuratore Caselli non facendogli troppa pubblicità gratuita e mettendolo dalla parte della vittima.
Mi sento perciò ora – forse più di altri – in grado di rivolgere un appello, fatto però alla fine con la mia semplice forza di cittadino.

SE ESISTE UNA GIUSTIZIA, chiedo che questa giustizia si occupi dei fatti avvenuti a Porta Nuova il 25 febbraio 2012, così come è stato, finora, solo a senso unico per giunta, per il 27 giugno 2011 e il 3 luglio 2011. DOVE E’ LA GIUSTIZIA IN ITALIA? COSA CI DISTINGUE DAL CILE DI PINOCHET DEL 1973? GENOVA 2001 NON HA INSEGNATO NULLA? Quali giustificazioni verranno chieste al signor Spartaco Mortola? Attendiamo, nonostante tutti i fatti ci inducano al pessimismo, una risposta. Forse, un briciolo di speranza deriva dall’aver ascoltato le parole di Salvatore Borsellino. GIUSTIZIA ITALIANA, DOVE SEI, SE CI SEI?

Prof. Dr. Massimo Zucchetti
Dipartimento di Energetica, Politecnico di Torino

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