festuccia

da Il Manifesto

Bisogna andare di nuovo in Abruzzo, all'ombra del Gran Sasso, per guardare da vicino le dinamiche politiche di un'Italia ancora terremotata e in attesa di ricostruzione. L'onda sismica che si è propagata dalla terra quasi tre anni fa, ha continuato qui nel frattempo a far vibrare i palazzi istituzionali e della politica...

Tanto che, come a Genova, anche all'Aquila il sindaco uscente del Pd Massimo Cialente, al termine del suo primo mandato, non ha avuto altra scelta che sottoporsi alle primarie anche se lo statuto del partito prevedeva la possibilità di una sua ricandidatura diretta. Il 4 marzo sarà una giornata importante per il Partito democratico che a questa competizione con un unico candidato sfidante, quello di Sel, è giunto affannato, dopo aver superato non pochi mal di pancia. Per sua fortuna Cialente ha davanti a sé opposizioni di destra e di sinistra divise e litigiose. Ma la partita che si giocherà il 6 maggio non può andare persa, se non altro per l'imponente fardello di potere politico ed economico da gestire quando si entrerà nel vivo della ricostruzione pesante. Pierluigi Bersani lo sa e non a caso oggi arriverà nel capoluogo abruzzese per ricomporre, in un'assemblea al Ridotto del teatro comunale, un partito ancora in fibrillazione.

Governare la città non è stato facile, da quel 6 aprile 2009, e la maggioranza ha viaggiato più volte sul filo del rasoio con un paio di consiglieri fuoriusciti dal Pd e passati al gruppo misto e perfino a Futuro e libertà. C'è stata la rottura con Sel (un assessore lascia e un paio di consiglieri passano all'opposizione), mentre con Rifondazione gli strappi si sono poi ricuciti solo negli ultimi mesi e ora il partito ha un assessore in giunta. Tra rimpasti vari - ieri mattina, l'ultima infornata di deleghe ad un consigliere comunale del Pd, Vicenzo Rivera, che rimpiazza l'assessore dimissionario dell'Idv, Pierluigi Pezzopane - e qualche inchiesta della procura che ha coinvolto anche un dirigente comunale, l'amministrazione Cialente non ha viaggiato proprio come un treno. «Mi hanno lasciato solo», lamentava a dicembre il sindaco. E in effetti una cordata nel partito tifava per un altro candidato. Era venuto fuori il nome del deputato Giovanni Lolli, ma poi davanti alla determinazione dell'uomo che comunque ha tenuto duro nella fase più difficile della vita aquilana, il Pd si è ricompattato attorno al suo nome. Sono state Idv e Sel a volere le primarie e Cialente non si è tirato indietro. I primi però non parteciperanno alla competizione del centrosinistra: sabato scorso hanno formalizzato la candidatura alle elezioni di Angelo Mancini.

A sfidare il medico Massimo Cialente, che nelle primarie di cinque anni fa ebbe a competere con altri cinque candidati, e che oggi conta anche sul voto dei Socialisti e dei Comunisti italiani, ci sarà questa volta una sola persona: un altro medico, Vittorio Festuccia, primario all'ospedale San Salvatore e consigliere comunale dei Ds per un decennio. Indipendente, corre per Sel e con l'appoggio esterno di Rifondazione. «Se la gente normale andrà a votare vincerò io - azzarda un pronostico Festuccia - se invece si muoverà solo l'apparato politico, allora io perderò». Nemmeno i movimenti e i centri sociali, però, stanno con lui perché alle elezioni di maggio porteranno il nome di Ettore Di Cesare, giovane capitano della lista civica «Appello per L'Aquila» che fa riferimento al «3e32».

E se al centro si colloca la lista «L'Aquila che vogliamo» di Vincenzo Vittorini, anch'egli medico e portavoce dell'associazione dei famigliari delle vittime del terremoto «309 Martiri», nelle fila del Pdl la situazione è se possibile ancora più frantumata e precaria. Le primarie previste per il centrodestra sono assolutamente in alto mare. Colpa del candidato dell'Mpa, appoggiato dall'Udc e da alcune liste civiche: Giorgio De Matteis, consigliere regionale e uomo considerato molto vicino al governatore Gianni Chiodi. Personalità troppo ingombrante, che piace anche alla Chiesa, e dunque difficile da sfidare per la destra aquilana. Una fortuna per Cialente, che però ha promesso di non fare apparentamenti con nessuno. La sfida, dunque, per il sindaco uscente è solo all'inizio.

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