L-Aquila-primarie

di Marco Fars*

A L'Aquila, le primarie di una parte del centrosinistra hanno visto l'affermazione di Cialente con il 70% dei voti, contro il 30% del candidato alternativo Vittorio Festuccia. Massimo Cialente, sindaco uscente del PD

sostenuto in queste primarie da tutto il partito democratico, dai socialisti, dai comunisti italiani, ha conseguito un risultato ampiamente prevedibile vista la sproporzione delle forze in campo.

Vittorio Festuccia, indipendente, era infatti ufficialmente sostenuto solo da SeL con l'appoggio esterno di Rifondazione Comunista, che non ha sottoscritto il patto di coalizione per le primarie. In tal senso il 30% riportato da Festuccia va molto al di là della forza esprimibile da SeL e Rifondazione.

L'affermazione di Cialente appare netta solo senza considerare alcuni aspetti che meritano un giudizio più articolato su queste primarie.

Il primo e più rilevante aspetto è che queste primarie non risolvono i problemi in merito ai programmi e alla composizione dell'eventuale coalizione di centrosinistra. L'Italia dei Valori è al momento fuori dalla coalizione, avendo annunciato una propria candidatura a sindaco, Rifondazione Comunista sul merito dei programmi per il futuro della città ha sollevato questioni su cui Cialente non ha dato risposta. Il nostro appoggio esterno a Festuccia è stato infatti motivato dalla necessità e dalla disponibilità dello stesso a portare dentro il dibattito i contenuti da noi proposti.

Così come configurate a L'Aquila, con soli due candidati, le primarie non hanno saputo coinvolgere movimenti e comitati che, se pur frammentati, potevano arricchire il confronto; una critica che fin dall'inizio Rifondazione Comunista ha posto e a cui il PD ha risposto blindandosi attorno alla candidatura di Massimo Cialente, favorendo una sterile collocazione antipartitica di alcuni comitati.

La partecipazione al voto, pur in un contesto differente rispetto ai precedenti aquilani, ha fatto registrare poco meno di 5.000 votanti a fronte dei quasi 9.000 di 5 anni prima e dei 6.300 delle primarie dell'Unione con Prodi.

In questo quadro, Cialente ha ottenuto circa 600 voti in più rispetto ai 2.900 che lo avevano visto vincitore 5 anni prima, quando era il candidato dei soli DS. La sensazione è quella di una primaria un po' asfittica e concentrata più sulla figura del sindaco in carica che sulla partecipazione ai programmi. Una personalizzazione cercata dallo stesso Cialente e che occulta i problemi.

Ci auguriamo che dopo queste primarie si possa finalmente discutere di merito e di programmi, rintracciando in essi l'unica strada che possa unire il centrosinistra per battere una destra, che nello specifico aquilano ha dimostrato tutta la sua subalternità al modello predatorio e spettacolare berlusconiano.

5 Marzo 2012

*Segretario regionale PRC Abruzzo

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