dellutri-berlusconi

di Giovanni Russo Spena

La quinta sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d'Appello,accogliendo il ricorso della difesa Dell'Utri. Si riparte,quindi,da un nuovo processo d'Appello. Se la sentenza non dovesse arrivare entro il giugno del 2014 scatterà la prescrizione,come è scattata nel processo Mills per l'imputato Berlusconi.

Solita storia,verrebbe da dire...Per dodici anni abbiamo discusso in Commissione Antimafia(all'interno di un approfondito dibattito teorico e giurisprudenziale)l'esistenza e la rilevanza del reato di "concorso esterno".Parliamo di"concorso"(previsto dall'art.110 del codice penale)nel reato previsto dall'art.416bis(associazione mafiosa).Il procuratore gen. della Cassazione,con foga e superficialità,esclude l'esistenza del reato,solo perché non codificato,abbattendo anni di inchieste e lavori giurisprudenziali,comprese decisioni di Sezioni Unite della Cassazione. Sembra a me molto grave,sul piano del diritto,ma ancor più sul piano storico/politico,che una sede rilevante della magistratura italiana(altro che "toghe rosse")faccia finta di credere ,in ultima analisi,che la mafia sia sostanzialmente finita con la sconfitta della mafia"stragista"dei Corleonesi. La mafia,come risulta dalla sua pervasiva e crescente presenza in tutta Italia e Europa,si trasforma,diventa soprattutto"borghesia mafiosa",intreccio tra finanza,impresa,amministrazione,politica,parte integrante,cioè,del processo di accumulazione del capitale. Qui si comprende quanto essenziale sia il"concorso esterno", perché punisce il comportamento di chi,come tanta parte della"borghesia mafiosa",pur esterno organizzativamente al gruppo criminale,lo sostiene,crea sistema di relazioni,favorisce contiguità territoriale e di affari con l'organizzazione. Certo,da garantisti,pretendiamo che la magistratura individui comportamenti soggettivi concreti e riscontri delle connivenze. Ma proprio perché garantisti veri(e non "amici dei potenti")non accettiamo "colpi di spugna",soprattutto se dettati da un contesto politico di "unità nazionale"...Le inchieste devono continuare utilizzando un reato essenziale per sconfiggere il potere mafioso nella sua attuale composizione e configurazione. Vedo che alcuni dirigenti politici,anche di sinistra ,chiedono funerali di Stato per Placido Rizzotto. Non concordo. Come per Peppino Impastato,siamo davanti ad un"depistaggio"di Stato che non ha permesso che si scoprisse la verità sulla sua uccisione. Ci si batta piuttosto,come facemmo per Impastato,per l'apertura di un'inchiesta della Commissione Antimafia.

Roma, 12 Marzo 2012

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