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«È stato svuotato il senso e il contenuto dell'articolo 18. Con la proposta del governo, che spacchetta i motivi del licenziamento, il risultato è che in molti casi non c'è più il reintegro ma un risarcimento economico». Il segretario della Fiom Maurizio Landini, intervistato dal Corriere della Sera, conferma tutto il suo giudizio negativo sulla riforma del lavoro e chiede chiaramente alla Cgil di non fare marcia indietro e di attuare gli scioperi previsti.

«Vedo la stessa logica nella riforma delle pensioni e in questa del mercato del lavoro. Ed è una logica sbagliata. Siamo di fronte a un governo politico che sta facendo scelte che rispondono alla lettera inviata ad agosto dalla Bce, che continua a dire che per uscire da questa crisi bisogna tagliare lo Stato sociale, rendere più facili i licenziamenti e ridurre la contrattazione». Secondo Landini la riforma «non riduce la precarietà. Non è vero che darà un lavoro stabile ai giovani. Restano i 46 tipi di contratti che c'erano prima». Il leader della Fiom critica anche la parte sugli ammortizzatori sociali, perchè «non c'è l'universalità». Per Landini non si è fatto un passo avanti nemmeno sul reintegro per i licenziamenti per motivi economici, che «come ha spiegato Monti sarà l'eccezione, mentre la regola sarà l'indennizzo». Per questo, conclude, «non mi spiego il giudizio positivo della Cgil».

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