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di Paolo Ferrero

Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi hanno aperto la strada alla sconfitta di Sarkozy ed alla vittoria di Hollande. Si tratta di un risultato positivo ma se si trattasse solo di questo non sarebbe un grande risultato. Quante volte in Europa la guida dei governi è passata dalla destra al centro sinistra e ai socialisti senza che cambiasse poi molto?

Il risultato francese è quindi reso importante dall'affermazione del Front de Gauche guidato da Melenchon, perché l'affermazione della sinistra, su una piattaforma totalmente alternativa alle politiche neoliberiste, è il vero dato qualificante. In Francia, non solo il cameriere della Merkel viene sconfitto, ma Hollande ha dovuto fare una campagna elettorale molto spostata sui temi della redistribuzione della ricchezza e della lotta alla speculazione finanziaria e in parlamento dovrà fare i conti con una nutrita pattuglia di parlamentari della sinistra che saranno in grado di condizionarne l'attività. A costo di scandalizzare i benpensanti, ritengo che paradossalmente anche una parte del voto al Front National spinge in questa direzione. Il Front è un partito barbarico e neonazista. Una parte del voto al Fn non è però un voto ideologico ma esprime un disagio sociale che chiede una profonda modifica della politica economica francese ed europea in senso sociale ed egualitario.

Il voto francese rappresenta quindi una rilevantissima battuta d'arresto del folle programma della Merkel basato su politiche recessive finalizzate a demolire lo stato sociale e a comprimere i salari al fine di aumentare la capacità competitiva del sistema produttivo tedesco. Il voto francese apre una possibilità che deve essere utilizzata per rovesciare la politica economica sin qui imposta all'Europa.

In questo contesto il primo passo consiste nel boicottare l'approvazione del Fiscal Compact. Com'è noto il Fiscal Compact è un accordo europeo – firmato dall'altro cameriere della Merkel che risponde al nome di Mario Monti – che prevede per l'Italia una riduzione del debito pubblico di oltre 40 miliardi all'anno per i prossimi vent'anni. Si tratta di una massacrata pazzesca che terrà l'Italia in recessione nei prossimi decenni. Una vera e propria follia. Hollande ha già detto che non intende firmare il Fiscal Compact perché lo vuole modificare.

Il prode Bersani, che inneggia alla vittoria di Hollande, non ha trovato di meglio che dare una mano a Sarkozy dicendo che il Fiscal Compact va approvato per poi modificarlo. E' del tutto evidente che se l'Italia approva il Fiscal Compact questo rafforza le destre della Merkel e di Sarkozy e indebolisce Hollande che a questo punto si troverà solo. Già una volta il centro sinistra italiano ha lasciato solo il governo francese di Jospin sulla battaglia per le 35 ore ma questa ignavia opportunista del centro sinistra italiano è francamente rivoltante. Il minimo che possa fare il PD è di rifiutarsi di votare a favore del Fiscal Compact per porre l'obiettivo di una sua ricontrattazione dopo le elezioni francesi e Olandesi, che possono cambiare lo scenario europeo.

La posizione di Bersani è vergognosa e per questo invitiamo Di Pietro e Vendola a smettere di inseguire il Pd per ricomporre la foto di Vasto: per fare cosa , per approvare le politiche economiche della Merkel? Occorre al contrario aggregare la sinistra e fare anche in Italia un Front de Gauche che dica con chiarezza che per uscire dalla crisi serve la redistribuzione del reddito, la lotta alla speculazione e una forte politica economica pubblica finalizzata all'occupazione e basata sulla costruzione di un polo pubblico del credito.

Boicottare l'approvazione del Fiscal Compact e unire la sinistra: queste sono le vere urgenze che abbiamo in Italia.

Mercoledì 25 Aprile 2012

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