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di Luigi de Magistris

La candidatura di Ingroia alla presidenza del Consiglio, come leader di uno schieramento alternativo a Monti-Berlusconi-Pd, per la realizzazione di una Rivoluzione Civile, come si chiama la lista stessa, rappresenta una speranza per il Paese. Ogni speranza, però, racchiude sempre anche una sfida che, nel caso specifico, è quella di favorire il protagonismo di un solo fondamentale soggetto: la società civile. Sono fiducioso che Antonio saprà farsi garante di questo protagonismo: la sua decisione di mettersi al servizio del Paese nasce infatti dalla coscienza che, oggi, “quel libro dei sogni da aprire”, per citare una sua espressione, potrà essere dischiuso solo dalle cittadine e dai cittadini.

Quelle cittadine e quei cittadini che, forti delle battaglie condotte quotidianamente nei loro territori durante la loro vita coraggiosa, possono e devono aprire quel libro, da troppo tempo dimenticato, impegnandosi direttamente nell'azione politica. Una politica concepita come impegno del singolo per il bene collettivo, che risponda alla crisi dei partiti e offra prospettive di novità e discontinuità rispetto ad un sistema tradizionale ormai inceneritosi, che veda al centro della sua azione il ruolo delle associazioni, dei movimenti, dei militanti dei partiti che hanno condotto le battaglia a difesa dei diritti e della democrazia, delle donne e degli uomini onesti, anche sconosciuti all’opinione pubblica nazionale, che però nei loro territori si sono spesi e impegnati per il cambiamento. Questa esperienza, di cui Antonio sarà riferimento e garante, vedrà il sostegno del Movimento Arancione e il mio stesso appoggio, nei limiti del mio impegno primario che è quello di sindaco di Napoli.
Crediamo infatti nella
possibilità di costruire un’alternativa alle masso-mafie e alle cricche che hanno inquinato la democrazia, al capitalismo senile che ha soffocato la giustizia sociale, al montismo e al berlusconismo e al continuismo di Bersani. Per farlo, ovviamente, c’è bisogno di politica e di partecipazione, certo non della riproposizione di amalgami non riusciti, come un Arcobaleno bis, oppure di nuove soggettività solo apparenti, perchè piegate al trasformismo di una classe partitica che, invece, deve compiere un passo indietro. Un passo indietro per consentire non solo il legittimo protagonismo delle cittadini e dei cittadini, perché è giunto il loro momento, ma anche per ritrovare essa stessa linfa e vitalità.

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