
di Eugenio Montesano
«I love Tottenham» proclama un enorme striscione fuori dalla stazione della metropolitana di Tottenham Hale. Non è l’unico: all’incrocio con la High Road, il corso principale, le palizzate dei cantieri e le impalcature degli edifici in costruzione sono tappezzate con questo messaggio. Più che uno slogan, suona come un monito. Hanno bisogno di ricordarselo, gli abitanti del quartiere a nord di Londra devastato dalle violenze di un anno fa. Era il 6 agosto 2011 quando l’uccisione da parte della polizia del pregiudicatonero Mark Duggan, sfuggito a un controllo,fece esplodere la protesta precipitando il quartierenella guerriglia urbana.
Quella notte negozi e edifici simbolo di un’intera comunità furono messi a ferro e fuoco insieme ai cuori della gente. Le ferite sono state profonde, e le cicatrici sono ancora sotto gli occhi di tutti.











