di red.
Gilet catarifrangente e borsa zeppa di raccomandate a tracolla. Per anni sono andati in giro così, con una scritta sulla schiena: “Stiamo consegnando corrispondenza per conto di Poste italiane”, ovvero “non siamo postini”. Sono i lavoratori degli appalti postali e il loro posto è a rischio, perché Poste italiane da luglio 2012 ha cominciato a “razionalizzare” e “reinternalizzare”. “Razionalizzazione” che tocca da vicino duemila “non-postini”.
C’è chi da marzo non riceve lo stipendio, chi è già in cassa integrazione e chi ha i giorni contati per entrarci. “Siamo a rischio estinzione”, hanno denunciato più volte nei loro appelli su internet e durante lo sciopero nazionale indetto il 2 luglio scorso dalla Cgil. Hanno aperto anche un blog: si fanno chiamare “truppe d’appalto”.