Intervista a Antonio Ingroia di Eleonora Martini
Da procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo, Antonio Ingroia ha sempre difeso il 41 bis, il regime carcerario duro riservato ai detenuti per reati di mafia, attenzionato perfino dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Ora, nella sua lista «Rivoluzione civile» - a fianco ad Antonio Di Pietro, contrario a qualunque forma di amnistia e anche al codice identificativo per gli agenti - ha voluto anche un "simbolo" come Ilaria Cucchi, sorella del giovane Stefano morto nel 2009 dopo i maltrattamenti subiti da detenuto. Ma se gli si fa notare che al centro della loro agenda politica sembra esserci più il giustizialismo che il problema dell'illegalità del sistema penale italiano, risponde: «Non è vero. Quando leggerete il nostro programma vedrete che non è così».