di Vittorio Bonanni
Il nuovo libro di Roberto Gramiccia, Slot art machine. Il grande business dell’arte contemporanea (DeriveApprodi, pagg. 247, 17,00 euro) propone al lettore diversi piani di lettura. Non c’è dubbio, tuttavia, che il principale di essi sia rappresentato da un prisma di valutazioni sulla natura truffaldina del sistema dell’arte, sul suo rapporto con l’industria culturale di cui rappresenta un sottoinsieme e sulla funzione egemonica che entrambi esercitano sugli assetti di una cultura sempre meno autonoma e sempre più curvata sugli interessi del neoliberismo.