di Horacio Verbitsky
La condanna all’ergastolo dell’ex dittatore argentino Jorge Rafael Videla – per “la pratica sistematica e generalizzata di sottrazione, detenzione e occultamento di minorenni” in occasione del “sequestro, prigionia, sparizione o morte delle loro madri, nel quadro di un piano generale di annichilimento che dispiegò su parte della popolazione civile con la giustificazione di combattere contro la sovversione” – costituisce un trionfo straordinario della società sul terrorismo di Stato che la soggiogò tra il 1976 e il 1983.
Sono stati condannati anche altri sei capi militari, come Benito Bignone, pure lui ex dittatore, che ordinò di bruciare tutta la documentazione su questi casi; l’ex capo della più grande guarnigione dell’esercito di Buenos Aires, il generale Santiago Riveros, che nel 2000 era già stato condannato in contumacia dalla II Corte d’Assise di Roma per crimini contro cittadini italo-argentini.