
di Alfonso Gianni
Si aprono settimane davvero decisive per la Grecia, per l’Europa, per il futuro dell’euro. Non solo perché il 17 giugno si rivota nel paese ellenico, ma soprattutto perché la crisi nel frattempo ha continuato a macinare le sue terribili logiche e a provocare i suoi danni.
Il tentativo di attribuire quanto potrebbe avvenire nel vecchio continente – e già avviene con il peggioramento della situazione economica e delle previsioni per il futuro – sull’esercizio stesso di un atto elementare di partecipazione popolare quali sono le elezioni politiche, la dice lunga sulla crisi profonda di democrazia accentuata dai processi della crisi economica.











