di Massimo Bernardini
Mi succedeva, una volta, in un’altra vita professionale, di scrivere di canzoni appena uscite. Era il rito esclusivo, emozionante di trovarsi fra le mani fragranti i nuovi vinili, poi cd, in anticipo di qualche giorno dall'uscita. E doverne scrivere rispettando l’”embargo ”, come per un discorso papale o di un segretario di partito. Si era giovani molto seri allora, consapevoli che il privilegio di arrivare a “firma - re”per una testata, grande o piccola che fosse, comportasse quasi religiosa attenzione all'oggetto dell'indagine.Dunque si ascoltava e riascoltava decine di volte, prima di battere sui tasti un'azzardata opinione. Si appuntavano pensieri, si scalettavano percorsi.