di Moni Ovadia
Il fascismo, la peste nera che provocò spaventosi lutti all’Italia e che ne infangò il nome macchiandosi di genocidi e crimini di guerra, fu sconfitto nel 1945 dagli alleati e dai partigiani della resistenza antifascista. Nel 1948, la sua memoria, la sua pratica e la sua ideologia furono rubricate nella Costituzione Italiana, repubblicana e democratica, come crimine.
In un Paese serio e civile tutto ciò avrebbe messo la parola fine a quel movimento criminale non solo sconfitto ma anche patologicamente in contrasto con l’evoluzione politica e sociale dell’Europa uscita dalla seconda guerra mondiale, perlomeno nelle democrazie più avanzate fra le quali la legge costituzionale collocava anche la nostra.