Intervista a Maurizio Landini di Loris Campetti
«Non si esce dalla crisi aumentando l'orario e riducendo ancora l'occupazione. Cisl e Uil negano la democrazia»
Chiunque vincerà le elezioni dovrà continuare la strada imboccata da Monti. Questo è il diktat che giunge dal Quirinale e da palazzo Chigi. Maurizio Landini è di tutt'altro avviso: «Io penso l'opposto, perché le politiche di Monti non ci hanno portato fuori dalla crisi economica e hanno aggravato la crisi sociale. Se non si mettono in discussione le cause che hanno prodotto la crisi, non c'è via d'uscita, solo macelleria sociale. Bisogna invece difendere il lavoro e costruirne di nuovo, dentro un diverso modello di sviluppo rispettoso dell'ambiente e dei diritti. Per questo serve una politica industriale mirata, investimenti pubblici e privati, ricerca e innovazione. I soldi vanno cercati dove sono, colpendo i redditi più alti e la rendita e non tagliando sulla scuola, la cultura e la sanità. Servono politiche finalizzate a cancellare diseguaglianze, discriminazioni ed esclusione dal lavoro di intere generazioni di giovani». Col segretario generale della Fiom parliamo di lavoro, contratti e politica.