di Francesco Piccioni
La legge è uguale per tutti. E soprattutto, di questi tempi, serve a tutelare i più deboli. Specie se la controparte si chiama «Fiat modello Marchionne».
I metalmeccanici della Fiom hanno accolto con compostezza la pubblicazione della sentenza della Corte d'Appello di Roma che ribadisce un concetto semplice, già espresso in primo grado dal giudice del lavoro: nelle assunzioni della newco Fip (Fabbrica Italia Pomigliano) c'è stata «discriminazione collettiva» perché nessun iscritto alla Fiom è stato fatto rientrare tra i 2.000 «neo-assunti». Siccome la Fiat sembra dura d'orezzhio e non intende la necessità di rispettare, se non le leggi, almeno le sentenze dei tribunali, la stessa Corte dà 40 giorni di tempo al Lingotto per riassumere - intanto - i 19 lavoratori che hanno fatto ricorso individualmente, con nome e cognome, insieme alla Fiom.