f35di Flavio Lotti
Bersani dice una cosa e ne fa un’altra. Dice di voler tagliare le spese militari e allo stesso tempo consegna ai generali altri 500 milioni per continuare a fare la guerra in Afghanistan nel 2013. E’ successo ieri, 22 gennaio, in Parlamento.
Sempre ieri il Partito Democratico ha autorizzato con un semplice ordine del giorno l’ingresso dell’Italia nella guerra in Mali. Con un ordine del giorno ha stracciato l’articolo 11 della nostra Costituzione. Un fatto senza precedenti nella storia repubblicana. Un ordine del giorno e un assegno in bianco consegnato ai Generali per le spese. Nessuno sa quanto ci costerà questa nuova avventura militare in Africa e Bersani naturalmente non ha chiesto neanche un preventivo.
A guardar bene oltre il fumo della propaganda, Bersani non vuole tagliare le spese militari. Vuole solo tagliare le spese per gli F-35.

Attenzione alle parole “tagliare le spese per gli F-35”. Bersani non ha detto che non vuole comprare gli F-35 ma solo che ne vuole comprare di meno. Magari non 90 ma 70 o 50 o 30. Qual è il numero giusto per Bersani? Qualcuno glielo chieda per favore.

Nel frattempo gli italiani devono sapere che:
1. l’Italia ha già speso 2,7 miliardi di dollari per comprare questi cacciabombardieri con il pieno consenso del Partito Democratico;

2. il 28 marzo 2012 il Partito Democratico si è rifiutato di approvare una mozione presentata dall’On. Savino Pezzotta che proponeva la cancellazione del programma F-35;

3. il Ministero della difesa ha già ordinato nel 2012 tre F-35 impegnando altri 270 milioni con il pieno consenso del Partito Democratico;

4. l’accordo Italia-Usa per l’acquisto degli F-35 porta la firma di Lorenzo Forceri del Partito Democratico (2007);

5. l’anno scorso il governo Monti ha aumentato la spesa militare italiana di altri 1.300 milioni di euro portando la spesa militare italiana dal 18 al 28% con il pieno consenso del Partito Democratico;

6. l’anno scorso il Partito Democratico ha sostenuto e approvato una legge che:

- assegna alle Forze Armate più di 230 miliardi per i prossimi 12 anni senza aumentare di un solo grado la nostra sicurezza;
- aumenta di fatto la spesa pubblica;
- taglia il personale per comperare i cacciabombardieri F35 e altre armi;
- trasforma le Forze Armate in uno strumento da guerre ad alta intensità incompatibile con l’articolo 11 della Costituzione;
- costringerà i comuni alluvionati o colpiti da una catastrofe naturale a pagare il conto dell’intervento dei militari;
- non prevede alcuna cancellazione degli sprechi e dei privilegi né una vera riqualificazione della spesa militare.

 Quel che si può dire va detto chiaro e forte.

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