di Laura Stochino*

In Sardegna i risultati del primo turno delle amministrative, tenutesi il 7/8 giugno, ci inducono a fare alcune riflessioni. Il centro sinistra non vince al primo turno in nessun centro sopra i 15 mila abitanti e i partiti della coalzione ottengono risultati molto al di sotto delle aspettitative e di un trend nazionale in cui il centro sinistra appariva in tenuta. Anche in Sardegna fa capolino l'esperienza grillina, avanzano le liste civiche e diminuisce notevolmente

il consenso per i partiti di sinistra. Questi primi dati da soli dovrebbero indurre il centrosinistra sardo ad una pausa di riflessione. Esso dovrebbe porsi la domanda sulla propria identità di coalizione e sulle proposte messe in campo per essere percepito come discontinuo rispetto ad un centrodestra sempre più disastrato. Selargius (CA) è un caso emblematico, qui una coalizione di centrosinistra confusa e ambigua, troppo fiduciosa dei poteri personali ha preferito sperimentare nuove alleanze che hanno costretto la FdS e i Rossomori ad uscire dalla coalizione, il risultato finale è la vittoria al primo turno del centrodestra.

Tale conclusione non può essere certamente imputata al singolo candidato sindaco, ma ad una strategia del partito maggiore, evidentemente perdente perchè non offre nessuna buona ragione per sostenere con convinzione una coalizione di centrosinistra, in cui della sinistra è rimasta solo l'ombra.

Sarebbe dunque onesto partire da questo risultato per ridefinire i prossimi passi in vista dell'importante scadenza elettorale delle regionali. Questo voto, infatti, è un voto che boccia l'opposizione in consiglio regionale al governo Cappellacci e che non riesce a dare il colpo di grazia all'arcipelago in disfacimento del centrodestra. Quest'ultima si arricchisce di nuovi metodi, come le liste civiche e la creazione di coalizioni dai nomi nuovi, in cui cambia il contenitore ma non cambiano i contenuti. Se oggi non siamo riusciti nell'intento vittorioso, nonostante un trend nazionale non negativo, dovremo rivolgere l'attenzione sulle nostre azioni, sulle scelte di programma e di alleanza. Non dovremo rifuggire il confronto, né cullarci sul fatto che ai ballotaggi i risultati protrebbero darci vittoriosi ad Alghero ed Oristano, perchè resta l'evidente debolezza di un centrosinistra che come il teatro di pirandello è in cerca di un autore.

Se non siamo in grado di fare insieme questa analisi, invitiamo le forze della sinistra a farlo, a parlarsi e a lavorare da domani insieme, perchè un dato su tutti emerge in senso positivo e ci dà speranza ed è il voto della lista Alguerosa presentata ad Alghero e composta dalla Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia e libertà e movimenti, essa ottiene da sola l'8% dei consensi ed elegge il consigliere più votato dell'intero centrosinistra algherese.

Un anno fa abbiamo festeggiato la vittoria del centrosinistra a Cagliari, come allora anche oggi, la Sardegna è in anticipo su un sentimento diffuso che l'anno scorso vedeva il cambiamento e che quest'anno vede questo cambiamento frustrato. La differenza passa per un anno di politiche montiane, di governo bipartisan nazionale, da cui è difficile fare i distinguo. L'IMU e i tagli agli enti locali sono arrivati anche in Sardegna e il centrosinistra è il primo a pagarne le conseguenze.

La sinistra contraria a questo governo nazionale deve essere in grado di declinare questo sentimento di malessere anche nei territori e iniziare un'opposizione dal basso contro le politiche di austerity e di recessione per un progetto di governo nuovo per il Paese e per la nostra Regione. Riesumando un caro slogan dell'anno scorso e rivolgendolo a tutte le forze antiliberiste: ora tocca a noi!

 

* segretaria regionale PRC-FdS

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