di Valerio Bassan

Oggi è il Record Store Day, la giornata internazionale dedicata ai negozi di dischi. Ricorrenze a parte, è il giorno giusto per uscire di casa, entrare in un negozio di dischi e riscoprire quella buona, vecchia

abitudine, che abbiamo troppo spesso sacrificato sull'altare del digital download, legale e illegale: l'acquisto di un album. Ancora meglio se, invece che affollare quei grandi megastore multipiano, faceste il vostro acquisto nel negozietto sotto casa, quello che - stoicamente - tiene aperto da anni, lottando contro il buon senso e le leggi del mercato.
In vinile o in cd poco importa: fatelo. Di buone ragioni ce ne sono tante. Ancora di più oggi, giorno in cui l'oggetto-disco vorrebbe tornare ad essere, almeno per un istante, quel feticcio così perfettamente raccontato da Nick Hornby in Alta Fedeltà. Nato nel 2007, in America, il Record Store Day è diventato un appuntamento consolidato di livello internazionale. Con tanto di sponsor d'eccezione: Springsteen, Bowie, Iggy Pop, Eddie Vedder dei Pearl Jam, giusto per citarne alcuni. Loro, come molti altri, hanno colto la ricorrenza annuale per pubblicare un disco di inedito, magari un nuovo singolo, oppure una ristampa, o un cofanetto particolare.
Sul sito ufficiale del Record Store Day trovate una lista davvero ricchissima di pubblicazioni, molte delle quali disponibili unicamente fino a stasera, che faranno gola ai collezionisti di tutto il mondo. Ovviamente qui si parla solo di vinili, pubblicati in edizioni limitate e limitatissime: si va dalle 750 copie in supporto colorato di "Hard times & nursery rhymes" della punk band californiana Social Distortion, alle 250 del deluxe box set di "The Whole Love" dei Wilco, al 7'' "Rocky ground" di Springsteen, che verrà distribuito in 8000 copie o al "Live in Fredericton Ep" di Leonard Cohen, sul quale si annuncia battaglia durissima, visto che ne sono state realizzate solo 2500 copie, tutte accuratamente numerate. Accaparrarsene una non sarà facile, visto che nessuno sa con certezza nel bancale di quale negozio siano disponibili queste prelibatezze.
Anche in Italia c'è chi sta festeggiando il Record Store Day con l'uscita di un disco. Goodfellas Records ha realizzato "Mamma Roma addio", una compilation che raccoglie il meglio del nuovo folk romano. I toscani Zen Circus hanno pubblicato l'ep punk "Metal Arcade Vol.1", i Calibro 35 ripropongono tutto il loro catalogo su vinile, i Marlene Kuntz hanno dato alle stampe un picture-disc contenente, nel lato A, la cover sanremese di "Impressioni di settembre" della Pfm, i Litfiba distribuiranno un 10 pollici di Elettrica, i Cani e i Gazebo Penguins si sono divisi uno split intitolato "Icaninonsonoipinguini".
Ma il cuore del Record Store Day, il palco dell'evento, come è giusto che sia, sono le migliaia di negozi che aderiscono all'iniziativa. Oltre cento sono italiani. Le città con più punti vendita affiliati sono Roma (nove: Vynil Refresh, Hellnation Record Store, Radiation Records, Hocus Pocus, Doctor Music, Discopiù, Discoteca Laziale, One Love Music e Mannequin Records ) e Milano (otto: il Discomane, Mariposa, Santeria, Dischivolanti, Serendeepity, Vynilbrokers, Psycho e Nika). Ma la lista completa comprende negozi situati in tutta la penisola, da Bergamo a Macerata, da Genova a Bari. Insomma, non ci sono scuse: l'album che cercate è proprio accanto a voi, dovete solo andarvelo a prendere.
Almeno per un giorno, il disco - inteso come oggetto fisico - torna dunque al centro dell'attenzione. La cosa un po' triste è che per ricordarcelo ci sia bisogno di una ricorrenza: le celebrazioni, si sa, nascono per commemorare qualcosa che non c'è più. Forse, però, è ora di accettare che i file abbiano vinto la guerra contro il disco, che iTunes sia il presente e il futuro, e i record store con i vinili (e i cd) catalogati negli espositori un pezzo di passato. Anche noi, ultimi romantici, dovremmo arrenderci. Quindi asciugamoci la lacrimuccia, i tempi sono cambiati ormai da un pezzo.
Però ricordiamoci come siamo cresciuti e oggi - almeno oggi - andiamo dal nostro negoziante, lasciamoci tentare da un lp sconosciuto, e compriamolo. Sarà solo un piccolo gesto, forse, ma, mentre lo faremo girare, una volta rientrati a casa, servirà per riappacificarci con la musica così come l'abbiamo vissuta fino all'altroieri. E chissà che, mentre ascoltiamo, non ci torni almeno un po' quella voglia di disco "tangibile" che il digitale ci aveva fatto dimenticare.

 

Linkiesta 20 aprile 2012

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