La giornata di lotta degli studenti del 18 febbraio, contro un modello di Scuola sempre più distante dal diritto allo studio e contro un’alternanza scuola lavoro che uccide, è importante perché oltre a denunciare l’asservimento della scuola all’impresa accende i riflettori sulle morti sul lavoro.
Una strage continua che questo governo non vuole fermare, perché farlo metterebbe in discussione un modello produttivo nel quale la precarizzazione, il super sfruttamento, la ricattabilità delle lavoratrici e dei lavoratori e l’assenza di controlli sulla sicurezza sono funzionali al progetto di ripresa economica di Draghi e compagnia.
Il governo Draghi non intende rinunciare a due dei pilastri del turboliberismo nostrano che investe tutte le risorse pubbliche a sostegno della ristrutturazione delle imprese senza vincoli sulle tutele per i lavoratori e controriforme, attuate e da attuare, come quella strisciante sulla scuola, in nome della competitività.

Da ciò la repressione già subita e quella preannunciata in modo subdolo, contro eventuali “frange violente”. Ora di fronte al fatto che la protesta di studenti e studentesse contro il perverso rapporto tra formazione e lavoro, causa della morte di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci continua, il Viminale si appella ai Dirigenti Scolastici “per un dialogo”, che tradotto vuol dire opera di dissuasione e in molti casi d'intimidazione.

Rifondazione Comunista e le/i Giovani Comuniste/i sostengono la giusta mobilitazione degli studenti e delle studentesse per il diritto allo studio e alla vita, individuando la necessità che i lavoratori e i sindacati si uniscano a questa lotta, occasione importantissima per vincere e superare il senso d’impotenza derivante da anni di denunce e coccodrilli che durano lo spazio di un giorno e poi tutto torna come prima.

Loredana Fraleone, responsabile nazionale Scuola Università Ricerca
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Andrea Ferroni, coordinatoree nazionale Giovani Comuniste/i

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