di Claudio Grassi
Già in altri post abbiamo espresso il nostro giudizio negativo sul Governo Monti. In particolare abbiamo denunciato la sua totale subalternità alle politiche liberiste che sono state assunte nelle sue manovre. Infatti, al di là dei nomi un po' pacchiani: "salva Italia" e "cresci Italia", i provvedimenti presi sono in netta continuità con quelli che dagli anni '80 in poi sono stati assunti dai governi conservatori. Tagli allo stato sociale, riduzione delle tutele per i lavoratori, privatizzazioni. Cioè le scelte che hanno portato alla situazione attuale, provocando un immenso spostamento di ricchezza dal lavoro verso la rendita e il profitto.
Non occorrono molti dati per dimostrarlo. Basta leggere i dati di Bankitalia: la ricchezza detenuta dal 10 per cento della popolazione è enormemente aumentata, parallelamente si è allargata la forbice tra questo dieci per cento e il resto della popolazione. È facile dimostrare che l'operato concreto di questo governo – al di là di quanto solennemente annunciato – non è stato caratterizzato né dalla equità né dalla crescita. Se tagli le pensioni, aumenti l'iva, metti l'Ici sulla prima casa, aumenti la benzina e non fai la patrimoniale o non tagli le spese militari, non fai una politica equa. Infatti il grosso della manovra è pagato dai ceti sociali più deboli. E, contemporaneamente, se colpisci i ceti sociali più deboli, non sarà possibile nessuna crescita perché la maggior parte delle persone ha meno soldi da spendere.