di Maurizio Pesce
"La Rai, a seguito di un confronto avvenuto questa mattina con il Ministero dello Sviluppo Economico, precisa che non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone".
Con un comunicato diffuso oggi, la Rai smentisce sé stessa e l'ingiunzione inviata a cinque milioni di imprese nei giorni scorsi. "La lettera inviata dalla Direzione Abbonamenti Rai si riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese, società ed enti nel caso in cui...
i computer siano utilizzati come televisori (digital signage) fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, società ed enti abbiamo già provveduto al pagamento per il possesso di uno o più televisori".
Nei giorni scorsi avevamo immaginatocome un monitor di computer, un sistema di videosorveglianza e perfino un videocitofono potessero essere adattati alla ricezione del segnale radiotelevisivo, caratteristica necessaria perché l'oggetto rientrasse tra quelli soggetti al pagamento del canone.
Con la prima interpretazione finalmente diffusa da quel lontano Regio decreto 246 del 1938che regola la tassa sul possesso di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni, il comunicato di oggi "limita il campo di applicazione del tributo ad una utilizzazione molto specifica del computer rispetto a quanto previsto in altri Paesi europei per i loro broadcaster" come accade in Inghilterrra con laBBC, che nella richiesta del canone ha inserito anche computer collegati alla Rete, i tablet e gli smartphone.
Il comunicato si chiude con un potenziale autogol. Specificando che "in Italia il canone ordinario deve essere pagato solo per il possesso di un televisore", la Rai apre ora un nuovo fronte: il canone si paga o no se sei in possesso solo di una radio? A leggere queste righe, pare di no.
Wired.it 22 Febbraio 2012