twittdi Anna Lisa Bonfranceschi

Non sempre il fallimento di un progetto significa la sua fine. Anzi, per Twitter fu decisamente l'inizio. Il servizio di podcasting ideato dalla startup della Silicon Valley, Odeo, non decollava: e in più, a complicare le cose c'era la concorrenza di quello offerto da iTunes. C'era bisogno di rivitalizzare l'azienda, e per questo servivano nuove idee. Tutti a rapporto dunque, per una giornata di brainstorming. Si dice che Twitter sia nato proprio così, da un'idea che Jack Dorsey propose al gruppo di Odeo un giorno d'inizio 2006.

Era vecchia di almeno sei anni, eppure sembrava buona.

Tutto era nato infatti nel 2000, quando Dorsey si era iscritto a LiveJournal, uno spazio web in cui aggiornare la propria vita tenendo un diario personale. Che Dorsey però voleva rendere ancora più live, come avrebbe dichiarato egli stesso, con la possibilità cioè di aggiornare sempre il proprio status, da ogni parte ci si trovasse. Dorsey aveva covato quell'idea per tutto quel tempo, e quel giorno al brainstorming ebbe finalmente modo di tirarla fuori. Nel frattempo aveva anche pensato che magari si potesse utilizzare un sistema basato sugli sms per comunicare a un gruppo di persone cosa si stava facendo in quel momento.

E proprio agli sms e ai telefonini Twitter deve (in parte) il nome e i famosi 140 caratteri per l'aggiornamento di status. Ma andiamo con ordine. All'inizio Twitter non aveva le vocali, era semplicemente twttr, ovvero la corrispondenza in lettere (secondo la disposizione di quelle presenti sulla tastiera dei telefonini) del codice numerico breve scelto per scambiarsi i messaggi, ovvero 89887 (con la lettera T sul tasto 8 e così via), ma anche un nome d'ispirazione scelto pensando a Flickr.

In realtà la storia è più complicata. Sembra infatti che le vocali fossero state tolte proprio per focalizzarsi sul sistema di messaggistica. Noah Glass, uno dei fondatori della Odeo, aveva proposto sin dall'inizio il nome Twitter (per ovvie ragioni di significato: cinguettare, a sottolineare il carattere di chiacchiericcio della nuova creazione) poi accorciato a cinque lettere perché cinque erano le cifre usate dai codici brevi per scambiarsi messaggi negli Usa. E così nasceva twttr e la scelta di rappresentarlo nel numero 89887. Presto però Dorsey e i colleghi alla Odeo scoprirono che quel codice numerico era stato già adottato da un gruppo diverso, così la scelta cadde su un nuovo numero, più facile da ricordare: 40404, anche se il nome rimase twttr.

I 140 caratteri invece sono solo la versione breve di un sms, che ne prevede 160. Infatti gli ideatori di Twitter avevano pensato di lasciare i 20 caratteri mancanti per mostrare il nome di chi aveva mandato il messaggio. Conteggi a parte e discussioni sul nome, Twitter cominciò così, come un sistema di messaggistica condivisa da una comunità che si spediva messaggi al 40404. A lavorarci, oltre a Dorsey e Glass, erano Florian Weber, Christopher Biz Stone, e Evan Williams.

I lavori e la storia presero ufficialmente il via il 21 marzo 2006, quando Dorsey scriveva un laconico "inviting coworkers". In realtà su quale fosse stato il primo messaggio è ancora disputa, molti sostengono infatti che fosse stato "just setting up my twttr", ma lo stesso Dorsey avrebbe poi precisato che questo era stato generato automaticamente e pertanto non poteva considerarsi un autentico messaggio.

Nell'estate del 2006 twttr diventava un servizio pubblico ed era ormai un sito web, e a sei mesi dal lancio cambiava nome e riacquistava le vocali, diventando Twitter. Eppure, malgrado il cambio d'abito, perché diventasse un fenomeno mondiale sarebbe passato ancora un po' di tempo. Le potenzialità della piattaforma di microblogging sarebbero cominciata a mostrarsi nel 2007, quando alla South by South West Interactive conference in Texas la media dei twit giornalieri passò improvvisamente dai 20mila ai 60mila. Ma il vero boom sarebbe arrivato solo con la primavera araba e il 2011 sarebbe stato l'anno definitivo della conferma del successo di Twitter.

da Wired.it 21/03/2012

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