di ArticoloTre
"Se io e Larry Page (l'altro co-fondatore del celebre motore di ricerca ndr) avessimo avuto l'idea di creare Google in un'epoca dominata da Facebook non avremmo potuto realizzarla". E' con questo laconico commento che Sergey Brin, oggi ricchissimo imprenditore russo naturalizzato americano, inizia la propria intervista al quotidiano britannico Guardian.
"I principi di trasparenza e di accesso universale -prosegue Brin- che hanno sostenuto la creazione di internet trenta anni fa oggi sono sotto una minaccia incredibilmente grande. Sono in gioco forze molto potenti che si sono schierate contro la rete internet 'aperta' su tutti i lati e in tutto il mondo. Sono molto più preoccupato che in passato. Tutto ciò è davvero spaventoso".Le minacce per la libertà della rete, secondo Brin, sono rappresentate da un insieme di fattori come i governi che cercano in ogni modo di controllare gli accessi e le comunicazioni dei cittadini, i tentativi dell'industria dell'intrattenimento per reprimere la pirateria e l'ascesa restrittiva dei 'wall garden' (giardini recintati) come Facebook e Apple, che controllano quali software possono essere rilasciati sulle proprie piattaforme.Il fondatore di Google si sofferma sulla situazione cinese, ricordando il ritiro parziale di Google dalla Cina nel 2010: "Cinque anni fa immaginavo che in Cina o in qualsiasi altro paese non si sarebbe potuto limitare internet a lungo, oggi vi è la dimostrazione che il mio pensiero era sbagliato. Credevo non vi fosse alcun modo di 'mettere il genio nella bottiglia', ma ora appare evidente che in alcune zone del mondo il genio è stato effettivamente imbottigliato". Brin, preoccupato anche dall'azione censoria di altri paesi come Iran e Arabia Saudita, se la prende soprattutto col modello Facebook ed Apple, che attraverso il controllo degli accessi dei propri utenti avrebbero messo a repentaglio l'innovazione del web. In particolare se la prende con la creatura di Mark Zuckerberg per il fatto che oggi "è necessario giocare sotto le sue regole, altamente restrittive". Brin accusa inoltre Facebook di non facilitare ai propri utenti l'accesso ad altri servizi online e di aver invece letteralmente "risucchiato" negli anni migliaia di contatti Gmail (la posta elettronica di Google).In un'epoca in cui la rete gioca un ruolo fondamentale anche dal punto di vista sociale (basti pensare ai social network nel contesto della cosiddetta "Primavera araba") uno dei suoi più grandi fautori non è più sicuro che essa avrà in futuro le libertà che ne hanno decretato il successo. Il recente assalto "schivato per un pelo" delle leggi SOPA e PIPA negli Stati Uniti ne è una delle dimostrazioni.
da ArticoloTre.com