Verrebbe da esclamare “Finalmente!” la comunità scientifica prende la parola e denuncia che la sanità e il diritto alla salute in Italia è da anni il fanalino di coda della politica. Una denuncia che i movimenti per il diritto alla salute come per i comitati contro l’autonomia regionale differenziata hanno da tempo lanciato e purtroppo spesso non ascoltati. Noi di Rifondazione per anni abbiamo contrastato lo smantellamento del servizio sanitario nazionale. Alla vigilia del 7 aprile, giornata internazionale del diritto alla salute, i movimenti si ritroveranno a Bruxelles per manifestare in difesa della sanità pubblica. Il pronunciamento della comunità scientifica può essere un viatico perché l’allarme venga raccolto in tutta la sua potenza.
Rifondazione Comunista plaude a un'iniziativa certamente importante soprattutto come monito al Parlamento e al Governo. Sappiamo bene che la spesa sanitaria in Italia non assicura neppure i livelli essenziali di assistenza e che buona parte dell’investimento pubblico viene stornato verso la sanità privata-convenzionata.
I tagli nel corso degli anni vedono la sanità pubblica fortemente sottofinanziata se si pensa che per il 2025 solo il 6,2% del Pil sarà destinato alla sanità, ovvero molto molto meno meno di vent’anni fa. Oramai il ruolo del pubblico sembra ridursi a garantire, ancora a tutti, una quota di attività come urgenza e ricoveri.
Denunciamo che la sanità pubblica è in agonia da anni, colpita a morte dai governi che si sono succeduti e questo governo rischia di dare “ il colpo di grazia”.
Ricordiamo, anche, che la sanità pubblica non è solo ospedale ma anche, e soprattutto, servizi territoriali veri presidi di prevenzione, che sono tutti in sofferenza sottodimensionati alle necessità, e sotto organico non ultima la Salute mentale. Prevenzione, presa in carico delle cronicità, tutte situazioni che se sostenute con investimenti adeguati potrebbero persino portare nel tempo a risparmi reali, al contrario dei calcoli ragionieristici che si fanno per pareggiare conti e bilanci attraverso chiusure, accorpamenti, ridimensionamento dei servizi e, soprattutto il ricorso al privato.
Apprezziamo molto la presa di parola della comunità scientifica e ci auguriamo che alla denuncia seguano iniziative di sostegno per raggiungere gli obiettivi necessari a riconquistare un Servizio Sanitario Nazionale superando i 20 sistemi sanitari regionali che hanno prodotto arretramento e profitto per i privati.

Invece di aumentare le spese militari bisogna concentrare le risorse sul rilancio della sanità e eliminare il tetto alle assunzioni nel pubblico.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Rosa Rinaldi, responsabile sanità del Partito della Rifondazione Comunista

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