di Giampiero Gramaglia
La sinistra europea, che la crisi economica ha ridotto ai minimi termini – governa in una manciata di Paesi appena, nell'Ue – spera dalla Francia per un segnale di riscossa. Ma, intanto, nel cuore dell'Unione, la destra xenofoba ed euro-scettica ha il potere di fare cadere un governo non sui temi dell'immigrazione, ma su quelli del rigore: dopo il 'dagli all'Islam', è l'ora del 'dagli all'euro'. Recessione e austerity fanno un'altra vittima, si confermano un moloch mangia governi.
Mille intellettuali francesi, «insegnanti, ricercatori, artisti» hanno sottoscritto un appello per il candidato del Front de Gauche Jean-Luc Mélenchon, pubblicato dal quotidiano «L'Humanité». «Veniamo da orizzonti politici differenti. Ma la nostra esperienza professionale e sociale quotidiana ci fa misurare gli innumerevoli segni di degrado di cui i primi responsabili sono il presidente della Repubblica, il suo governo e i gruppi sociali di cui costituiscono il braccio armato», recita il testo, firmato tra gli altri da Ignacio Ramonet (ex direttore di «Le Monde diplomatique»), dall'artista Ernest Pignon-Ernest, dal cineasta Jean-Louis Comolli.
Un nuovo orrore, le cui nefaste conseguenze non si faranno attendere, investe le Forze Armate Usa. Il quotidiano 'The Los Angeles Times' ha pubblicato diciotto fotografie, risalenti al 2010 e consegnate alla testata da un militare in missione in Afghanistan, che ritraggono alcuni paracadutisti della 82ma Divisione Aviotrasportata in posa accanto ai resti dilaniati di alcuni combattenti nella provincia meridionale di Zabul.
Il militare che ha fornito l'ennesima prova della repellente goliardia guerresca dei soldati statunitensi ha spiegato di voler denunciare con il suo gesto la mancanza di disciplina nell'esercito.
Tra il primo turno di domenica e il ballottaggio del 6 maggio, Jean-Luc Mélenchon dà appuntamento al Front de gauche e a tutta la sinistra per un grande primo maggio, dietro i sindacati. Ieri a Marsiglia, sulla spiaggia del Prado che dopo un lungo braccio di ferro ha ottenuto dal comune, Mélenchon ha riunito decine di migliaia di persone (100mila per gli organizzatori), come aveva già fatto alla Bastiglia a Parigi e al Capitol a Tolosa.
di Angelo Baracca
Dopo l'analisi a tutto campo di Noam Chomsky (sul manifesto di domenica 18 marzo), vale la pena ritornare sulla domanda che molti si pongono: ma la minaccia nucleare dell'Iran è reale? Vorrei argomentare che questo è un falso problema. Non intendo legittimare le aspirazioni nucleari di Tehran (sono radicalmente contro il nucleare civile e militare), è plausibile che abbia aspirazioni militari, ma l'Iran non è certo il solo, e la sua eventuale acquisizione di una capacità nucleare non aumenterebbe a mio parere le minacce nella regione, dovute ad altri motivi.
Fabbricare la bomba oggi è relativamente semplice, almeno per uno Stato: il problema principale è dotarsi dei materiali fissili necessari (il Nord Corea lo fece in tre anni, ritrattando il combustibile di un piccolo reattore).