120115cpnNei due giorni della prima riunione del Comitato politico nazionale del Prc, che si è determinato con il congresso di Napoli, si sono realizzati due obbiettivi: definire il nuovo assetto organizzativo (Direzione e incarichi spettanti alle compagne e ai compagni della segreteria nazionale) e determinare le prossime iniziative politiche attraverso una analisi della fase. La nuova Direzione, nel quadro di un ridimensionamento degli organismi del partito, è composta da 41 fra compagni e compagne, più il segretario nazionale. Alle riunioni dell’organismo saranno invitati permanenti il portavoce e i rappresentanti del Prc nel coordinamento della Fds, la vice presidenza del Collegio nazionale di garanzia, i segretari regionali e delle 5 grandi aree metropolitane. La nuova Direzione ha ottenuto, sui 129 votanti, 117 voti favorevoli, 10 contrari e 2 astenuti. Definiti gli incarichi in segreteria nazionale.

Come già comunicato, Marco Gelmini è responsabile dell’organizzazione, Roberta Fantozzi si vede confermato l’impegno su lavoro e welfare, Rosa Rinaldi si occuperà di ambiente e territorio, Claudio Grassi di comunicazione,  Irene Bregola di conoscenza, Gianluigi Pegolo e Augusto Rocchi continueranno il lavoro già portato avanti da Chianciano, il primo occupandosi di democrazia e diritti, il secondo di economia. Sono stati approvati poi, 3 ordini del giorno: il primo che impegna il partito ad una sottoscrizione straordinaria per salvare Liberazione e i livelli occupazionali di chi ci lavora, il secondo che propone di aumentare la pressione sui deputati e senatori affinché consentano, tramite la non partecipazione al voto o l’astensione di non conseguire in uno dei due rami del parlamento, il quorum dei 2/3 che se superato eviterebbe il ricorso al referendum costituzionale confermativo. Un terzo Odg, impegna il partito ad una serie di iniziative tese a far rispettare i referendum del 12 e 13 giugno, quelli di cui il governo della destra liberista intende negare il risultato. Il secondo e il terzo Odg sono stati presentati da Alfio Nicotra. Un documento proposto dalla segreteria nazionale è stato approvato a stragrande maggioranza. Nel testo si propone l’organizzazione concreta della campagna “Paghi chi non ha mai pagato”, con volantinaggi, assemblee nei luoghi di lavoro e con la costruzione di assemblee pubbliche in tutte le città. Le iniziative, da organizzare come FdS precipiteranno anche in alcuni appuntamenti di carattere nazionale come la manifestazione del 20 gennaio a Roma, in occasione dell’incontro Merkel, Sarkozy, Monti, il sostegno allo sciopero generale indetto dai sindacati di base il 27 gennaio, la massima partecipazione alla manifestazione della Fiom per l’11 febbraio e all’iniziativa contro il debito a Milano per il 10 marzo. Lombardia e aree limitrofe, saranno impegnate poi il 22 gennaio a Milano per una iniziativa contro la manovra. Il segretario Paolo Ferrero, nelle conclusioni ha riaffermato la necessità di contrastare un attacco alla democrazia che giunge tanto dall’alto quanto dal basso:«Dall’alto perché si dimostra che la politica non serve a nulla, in quanto subalterna all’economia, dal basso perché prevale il messaggio che la politica è solo un mangia mangia. Si producono così tanto un senso di impotenza, quanto il proliferare di demagogia e localismi che non permettono di ricostruire alternativa». Ferrero nel considerare la  proposta dell’unità a sinistra come una parte dell’attività politica ha riaffermato la necessità di essere ancora di più forza aggregante e contemporaneamente di lavorare come soggetti critici, ma dall’interno, tanto alle iniziative di “No debito” quanto all’appuntamento degli amministratori organizzato da De Magistris  a Napoli per il 28 gennaio. Esserci insomma con una proposta di politica economica alternativa, come soggetto capace di portare elementi propositivi. Quella che si prospetta è per il segretario, una fase critica e di mutazione, dove l’ennesimo declassamento a mezza Europa delle agenzie di rating, dimostra come le soluzioni liberiste, proposte da Monti e dalle destre tecnocratiche si rivelano, per l’ennesima volta sbagliate, inutili e dannose.
Stefano Galieni

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