Armando Petrini
Ieri pomeriggio una grande e pacifica manifestazione NoTav ha attraversato il centro di Torino.
Più di 10.000 partecipanti, fra cui molti militanti del PRC, per dire che la protesta contro un’opera inutile, sbagliata e dannosa come l’alta velocità Torino-Lione non si ferma e che, anzi, da domani proseguirà con ancora maggiore determinazione.
Un corteo come sempre colorato, festoso (nonostante il freddo e il nevischio insistente), che ha visto sfilare per le vie principali della città il movimento nella sua molteplice articolazione, con le tante bandiere bianche NOTAV, i centri sociali, alcune sigle sindacali e della sinistra politica (soprattutto bandiere del PRC), alcuni amministratori della Val di Susa.
L’iniziativa era programmata da tempo, ma dopo gli arresti dei giorni scorsi il corteo ha assunto un significato particolare. E’ in atto infatti un evidente tentativo di intimidire e di dividere il movimento. Non ci sono solo gli arresti e le perquisizioni di mercoledì notte. Qualche settimana prima erano stati consegnati 13 avvisi di garanzia ad altrettanti militanti No Tav della provincia di Alessandria (fra cui alcuni iscritti al PRC e il nostro Consigliere comunale ad Alessandria). Chi, come alcuni esponenti del PD, ha parlato in queste ore di una protesta “paraterroristica” non solo sfiora il ridicolo, se si pensa alla effettiva composizione del movimento e alle sue modalità pacifiche di manifestare, ma si comporta anche in modo irresponsabile, rischiando soltanto di inasprire gli animi e di far salite la tensione.
La verità è che la TAV è un’opera profondamente sbagliata e pericolosa. E nella situazione di crisi economica in cui ci troviamo sempre più inaccettabile, con le sue decine di miliardi di euro di costo.
La Val di Susa esprime da più di vent’anni una protesta pacifica ma determinata. E Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra sono sin dal allora con altrettanta determinazione al loro fianco.