Di seguito le note elaborate dal compagno Gaetano Alibrandi sulla cosiddetta “Nuova Strategia Energetica Nazionale” (SEN), documento recentemente reso pubblico dal Ministero dello Sviluppo economico per la consultazione pubblica.
Note sulla strategia energetica nazionale
Documento per consultazione pubblica
Settembre 2012
Queste brevi note sul documento elaborato dal Ministero all’Ambiente, dopo una prima superficiale lettura, non pretendono di essere esaustive nell’analisi dello stesso, di per sé ancora incompleto.
Ritengo, comunque, che, nonostante l’impegno più volte ribadito del rispetto degli obiettivi europei per il 2020 e la definizione di un percorso di de carbonizzazione per il 2050, il documento mantenga ancora una concezione “industriale” della produzione di energia. Noi riteniamo, invece, che anche l’energia rientri tra i beni comuni – basta pensare all’irraggiamento solare – e la sua produzione, distribuzione e consumo si debba orientare verso la filiera corta, con reti a maglie, unica garanzia di partecipazione e controllo democratico, contrapposto al profitto, della produzione energetica. Inoltre trovo il documento troppo improntato al concetto di crescita con dimensioni impiantistiche eccessivamente grandi, con i susseguenti problemi alla rete distributiva.
Ritengo, al contrario, necessario un impianto programmatorio che consideri prioritari i seguenti punti:
1) uso efficiente dell’energia che si rivolga a:
a) settore civile (risparmio energetico e bioedilizia)
b) settore trasporti (potenziamento di quelli pubblici a bio diesel ed elettrici)
c) settore industriale (controllo sulla cogenerazione affinché non nasconda un modo improprio di smaltimento dei rifiuti, privilegio di produzione da fonti rinnovabili e inserimento all’interno del SEN sia dal punto di vista degli obiettivi che di quello della produzione energetica)
d) settore agricolo (produzione con biomasse esclusivamente derivanti da residui e non da colture dedicate e di potenza massima di quattro mw, privilegio delle fonti rinnovabili e per i trattamenti bio meccanici a scapito del termico)
2) Incremento fonti energia rinnovabile e rifiuto dell’assunto d’incremento della domanda di energia del 50% entro il 2030
a) l’impostazione del SEN prevede di contenere l’emissione di anidride carbonica trascurando un abbattimento mirato di polveri sottili, ossidi d’azoto, ossido di carbonio già indicati da uno studio dell’OMS come causa di mortalità inferiore solo a quella degli incidenti stradali. La riduzione di CO2 è inoltre considerata per la sola produzione di energia elettrica.
b) Nel 20% di energia da fonti rinnovabili al 2020 non è precisata la percentuale prodotta dal metano derivante dal compostaggio anaerobico dei rifiuti. Inoltre non è chiaro se la produzione di energia da bioculture deriva dagli scarti agricoli o da semine alternative a quelle alimentari.
c) Manca un percorso per la riduzione dei combustibili fossili, anche attraverso la sostituzione delle centrali che vanno a esaurimento con altre a fonti alternative.
d) Il piano è deficitario in quanto all’individuazione di strumenti tecnici, normativi e finanziari per il passaggio a un modello di produzione che preveda risparmio energetico, fonti rinnovabili, micro generazione, idrogeno, mobilità sostenibile e ruolo nella cooperazione con i paesi della sponda sud del mediterraneo
L’inquinamento atmosferico è originato principalmente dalla combustione di combustibili fossili(petrolio,carbone e gas naturale). E’ ben noto che tali processi sono associati alla produzione di energia elettrica e di calore di processo per le industrie, ai trasporti, al riscaldamento e al rinfrescamento degli edifici pubblici e privati.
In Italia sono i trasporti la principale fonte di emissioni inquinati mentre mediamente in Europa è il riscaldamento degli edifici la prima fonte d’inquinamento.
Bisogna limitare sempre di più il consumo di combustibili fossili sia con le tecnologie di risparmio energetico sugli impianti e i mezzi di trasporto già esistenti sia accelerando la fase di transizione verso le energie innovabili:
il solare fotovoltaico, posto esclusivamente sui tetti e non su terreni a pascolo o seminativi, anche tramite incentivi per la riconversione degli edifici ai canoni della bioedilizia, il solare e l’eolico e l’idroelettrico ancora da implementare; le biomasse con produzione di biogas con provenienza da agricoltura locale e dalla raccolta differenziata dei rifiuti.
Occorre ricordarsi sempre che gli inquinanti climalteranti incidono fortemente negli ecosistemi acquatici di superficie e profondi e dunque sulla risorsa acqua rispetto alla quale, abbiamo aperto una dura battaglia politica contro le privatizzazioni.
• Il SEN deve porre al centro la difesa dell’ambiente come valore in grado di creare benessere e opportunità di lavoro. Occorre una nuova cultura politico-istituzionale incentrata sulla tutela del bene comune (ambiente, territorio, energia e paesaggio) che contrasti le “subculture” dell’individualismo, dell’affarismo, della crescita senza qualità.
Il continuo perpetrare all’interno del documento la necessità di sviluppo in crescita di produzione energetica, aumento che giustifica le ampie dimensioni impiantistiche, non solo non tiene conto dei trend demografici e presuppone uno sviluppo illimitato, sia pure nel rispetto della green e della White economy, ma dimostra di non voler mettere in atto le azioni necessarie alla tutela e alla fruibilità dell’energia, bene comune perciò pubblico e senza proprietari.
Riguardo al settore dei trasporti, come già detto maggior produttore di climalteranti in Italia, il SEN propone l’immissione imposta per legge di “una determinata quota di biocarburanti”, ricordando esso stesso la riflessione in corso in ambito europeo per l’elevata conflittualità con le culture a uso alimentare. Anche per queste considerazioni, oltre che per gli elevati costi dei biocarburanti, sarebbe più logico, in attesa dello sviluppo dell’idrogeno e in parallelo con la propulsione ibrida, investire in centri di compostaggio anaerobici dei rifiuti nei grossi centri abitati, lasciando alle zone agricole il compostaggio aerobico. Oltre ad influenzare in maniera efficace il ciclo dei rifiuti, verso i rifiuti zero, avremmo la produzione di compost buono per aiole, fioriere e piccoli orti, insieme a metano negli impianti anaerobici, a fronte di una produzione di humus fertilizzante, con conseguente diminuzione di quelli chimici, negli impianti aerobici.
Infine il documento mentre prevede la diminuzione dei distributori di carburanti, lo sviluppo di nuove capacità di stoccaggio di gas, la promozione di esportazione di energia e il completamento della privatizzazione del settore, vantando un possibile superamento degli obiettivi al 2020, non presenta alcuno studio sugli effetti occupazionali ai diversi step di evoluzione. Edo Ronchi, in uno studio basato sul SEN aggiornato a maggio, individua in 25.000 unità lavorative l’incremento occupazionale nel settore, ritengo che con le modifiche solamente accennate l’incremento occupazionale sarebbe sicuramente maggiore a fronte di un costo inferiore dell’energia e di un controllo democratico sul suo utilizzo.
Gaetano Alibrandi