IL PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA INVITA ALLA MOBILITAZIONE ed ALL’ OPPOSIZIONE CONTRO QUESTA MISURA ,  A DIFESA DELLA DEMOCRAZIA e del RUOLO COSTITUZIONALE degli ENTI LOCALI e delle PROVINCE A TUTELA DEI DIRITTI DEI CITTADINI e dei SERVIZI di INTERESSE PUBBLICE.
111209teccePRIME RIFLESSIONI DEL DIPARTIMENTO NAZIONALE  ENTI LOCALI DEL PRC .

Il decreto legge nel quale è contenuta la manovra economica del Governo Monti contiene, insieme agli altri punti di attacco alla democrazia ed alle condizioni di vita dei soggetti più deboli ,una norma di chiaro segno anticostituzionale: lo scioglimento dei consigli provinciali - con la conseguente decadenza di consiglieri ed assessori - a partire dal 30 aprile 2012 e la loro trasformazione in enti di secondo livello, eletti dai consigli comunali del territorio provinciale, con semplice funzione di “indirizzo politico delle attività dei Comuni “.
Entro tale data le Regioni dovrebbero legiferare sul sistema elettorale attraverso il quale i municipi dovranno nominare i propri rappresentanti nei consigli provinciali – quindi non eletti democraticamente ma nominati di secondo livello – che comunque non potranno superare i 10 componenti e saranno coordinati dal presidente eletto ,a quanto sembra, dai 10 consiglieri e senza nessuna giunta.

Ove mai le Regioni non legiferassero entro la fine di aprile 2012 scatterebbero ,attraverso una clausola di salvaguardia ,i poteri sostitutivi dello Stato realizzando una ulteriore incredibile mostruosità giuridica: lo Stato che, violando una legge di primaria importanza come il testo unico sull’ordinamento degli EELL (dlgs 267/2000 e successive modificazioni), che prevede dettagliatamente i casi di scioglimento dei consigli  provinciali, decide centralisticamente sulla decadenza di istituzioni locali democraticamente elette e di rilievo costituzionale! Ovviamente attendiamo il deposito del testo definitivo del decreto in Parlamento per un commento più dettagliato , visto che anche l’ assemblea dell ‘ UPI ,tenutasi  il 6 dicembre ha evidenziato incongruenze e contraddizioni del testo provvisorio in circolazione ,oltre a denunciarne ,come noi .la gravità .
Sono però in ogni caso chiarissime,al di la di possibili modifiche tecniche del testo governativo ,  le due ragioni di fondo del nostro giudizio negativo sul provvedimento . In primo luogo evidenziamo che in nome di una battaglia sacrosanta contro i costi impropri della politica si tenta di azzerare una risorsa della democrazia,sancendo un pericoloso precedente con l ‘ attacco al sistema di elezione democratica degli EELL,innalzando ulteriormente soglie di sbarramento e centralizzando tutti i poteri nei Presidenti .Si inseriscono, infatti , - in un decreto legge che punta solo a fare “cassa “ sulle pensioni e che tenta di risanare i conti pubblici tartassando solo i ceti più deboli – norme puramente ordinamentali il cui risparmio stimato è irrisorio rispetto ai numeri complessivi della manovra .Nel recente studio presentato dall ‘ UPI, redatto da ricercatori del CERTET Bocconi ,si stima il costo di funzionamento della rappresentanza democratica delle Province italiane nell’ 1,4 % della spesa corrente delle province stesse (122 milioni )a fronte di compiti e funzioni che non sono certo eliminabili e che , se accentrate nelle Regioni o decentrate ai Comuni , rischiano- come affermato nella citata ricerca -di costare addirittura di più .
In secondo luogo si abbandona l’ idea –su cui da anni ci battiamo - di un futuro delle Province come soggetto istituzionale fondamentale  contro la crisi e per la tutela dei soggetti più deboli ;ente territoriale di governo  dell’ area vasta ,con un ruolo importante per la programmazione del territorio ,della salvaguardia dell’ ambiente e dei beni comuni ,del trasporto pubblico e della scuola e possibile protagonista di processi di sviluppo partecipativi ed ecocompatibili . In questi mesi, infatti, molti Comuni e Province hanno svolto un ruolo importante, più del governo, nel sostegno ai soggetti espulsi dal processo produttivo e a salvaguardia dei soggetti più deboli. Quando ribadiamo la necessità di salvaguardare il ruolo delle Province come governo democratico dell ‘area vasta lo facciamo ,allora ,  per permettere un livello di coordinamento dei 5.740 Comuni italiani inferiori ai 5.000 abitanti, che rappresentano una caratteristica peculiare ed una ricchezza dell’Italia
Molte province,infatti, in questi mesi,sono intervenute attivamente a favore dei lavoratori colpiti dalla crisi sia favorendo,con apposite convenzioni con le banche,la dilazione dei mutui casa per i cassintegrati e la riduzione di interessi e/o penalità,sia con misure di sostegno diretto o indiretto al reddito, a partire dall’anticipazione del pagamento della stessa cassa integrazione ai lavoratori e con altre misure ,pur necessariamente temporanee.
Le Province e più in generale il sistema degli enti locali hanno,insomma,fatto molto di più del governo contro la crisi pur con risorse e poteri limitati.
Come PRC  ci battemmo negli scorsi anni-spesso inascoltati anche dal centro-sinistra - con tutte le nostre forze ,nei consigli e nelle associazioni autonomistiche , affinchè  si  definissero le funzioni fondamentali delle Province,nel rispetto dei principi degli articoli 118 e 119 del titolo V della Costituzione al fine di finanziare “integralmente le funzioni pubbliche attribuite”  prima dell’attuazione del disegno federalista;ed abbiamo contrastato ,come è stato possibile con le nostre forze , la prassi ,inaugurata purtroppo anche da governi di centro sinistra e poi esasperata dal Governo Berlusconi , di intervenire ,negli ultimi anni sugli EELL solo con tagli dei trasferimenti (che sono diventati drammatici tagli ai diritti dei cittadini ) e riduzione delle rappresentanze democratiche ,introducendo di fatto sbarramenti politici che corrispondono a sbarramenti sociali. Non è un caso che il dibattito in Parlamento sulla “carta delle autonomie “ è fermo da anni in quanto si è scelto-gravemente – da parte degli ultimi governi - di andare avanti sempre con provvedimenti disorganici,quasi sempre inseriti nelle manovre finanziarie, invece di lavorare ad necessario riordino del ruolo delle autonomie finalizzato sia alla eliminazione di sprechi e duplicazioni che alla definizione dei compiti necessari per garantire ai cittadini diritti e servizi essenziali .
Per questi motivi siamo intervenuti col segretario nazionale Paolo Ferrero all’ assemblea nazionale dell’UPI del 6 dicembre “ esprimendo sostegno alla battaglia delle Province che è una battaglia di verità e di democrazia “,in particolare sulla proposta di stralcio di tutte le norme ordinamentali sugli EELL dalla manovra economica portata avanti per decreto dal governo Monti .Battaglia di verità e di democrazia perche la crisi non si può affrontare senza contrastare la politica della BCE che invece di contrastare gli speculatori con una politica espansiva ne subisce le ricette iperliberiste :la campagna  mediatica sulla inutilità e sui costi della rappresentanza democratica delle province copre solo un esigenza di portare avanti una politica antipopolare azzerando opposizione sociale e presidi democratici .
In conclusione ci batteremo nei prossimi giorni come Prc ,promuovendo dibattiti e prese di posizione dei consigli provinciali e con una iniziativa politica nazionale ,per la stralcio della norma azzera-province :facciamo appello,in particolare , ai parlamentari del centro sinistra , di sollevare il problema della incostituzionalità della norma,prima di essere stritolati dalla logica bipartisan di sostegno al governo Monti ,probabilmente col voto di fiducia .
Facciamo infine appello ai Consigli regionali di pronunciarsi sulla incostituzionalità della norma , impegnandosi ad impugnarla davanti alla Corte Costituzionale nel caso fosse approvata .
Riteniamo che questa battaglia vada affrontata con la chiarezza degli argomenti che abbiamo tentato di affrontare in questo documento : mediazioni che fossero finalizzate solo a prolungare la vita dei consigli senza salvaguardarne ruolo e funzione -come da qualche parte si propone – apparirebbero,seppur arbitrariamente , come la difesa della casta non una sacrosanta battaglia per la democrazia.

RAFFAELE TECCE responsabile nazionale Enti Locali del PRC

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