
di Andrea Palladino
«Voglio diventare famoso». Appena tredici anni, una corona di cartone sulla testa, colori vivaci e un sorriso estasiato. Palazzo Grazioli è davanti ai suoi occhi, reso irraggiungibile dalle transenne di acciaio, circondato dalle telecamere, protetto da carabinieri. «Sembra un castello», spiega il ragazzino romano guardando verso il portone, mentre l'ormai ex capogruppo del Pdl del Lazio Francesco Battistoni entra atteso dal gotha berlusconiano.
Non ha idea - perché nessuno glielo ha mai spiegato - di quanto crudele possa oggi apparire quel palazzo grigio da intrighi romani, abitato una volta dai Grazioli, nuovi ricchi che si erano comprati il titolo di nobili con i soldi ricavati dalla farina e dal pane.











