di Elisa Finocchiaro
Seduta sul bus, guardo le scie delle luci nel buio, fuori. Il vetro del finestrino riflette anche l’interno, così mi accorgo che la voce che sento, si sta rivolgendo proprio a me. Mimmo, così si fa chiamare Mohammed. Un berretto ed una tuta blu con una scritta sul petto che pubblicizza sanitari. Alcune parole le dice ad alta voce, come per sottolineare di conoscere espressioni che solo un romano doc potrebbe utilizzare. Mi chiede il permesso di appoggiare il suo zaino sullo spazio vuoto che ho affianco. Rispondo “Certo” e lui rimane stupito, e mi chiede “Come sai cosa c’è dentro? Potrei essere un terrorista”. E poi subito “Non preoccuparti, io sono idraulico, io lavoro con italiani”, come per rassicurarmi. Gli accenti sottolineano fortemente “idraulico” e “italiani”. Ride. “Io domani, lavoro, presto. Devo svegliarmi presto.”