di Dino Greco
“Reperto archeologico”. Con questo lapidario e irrevocabile giudizio, Luca Nivarra (il manifesto del 10 gennaio) suggerisce di mandare in soffitta la Costituzione del ’48, arnese ormai esausto, utile un tempo che fu, ma di cui si sono perse le tracce, tanto sono mutate struttura e sovrastruttura della società italiana.v“Irriducibili vestali”, “anime belle”, presenti “a legioni” soprattutto a sinistra, sono per Nivarra quanti – in compagnia di qualche “guitto televisivo” – si ostinano a riesumare i fasti della Carta, ormai ridotta a feticcio adorato da ingenui e da ipocriti.