di Norma Rangeri
Qualunque sia il giudizio di merito nella contesa tra il Quirinale e la magistratura di Palermo, è ormai chiaro l'accerchiamento che stringe d'assedio, tra applausi e rumorosi silenzi (soprattutto del Pd), i giudici che si occupano di indagare sulla trattativa tra uomini dello stato e mafiosi. Ogni giorno si aggiunge un tassello, con annunci di provvedimenti disciplinari, e riesumazioni della legge bavaglio, al mosaico di berlusconiana memoria. Abbiamo: un procuratore generale della Cassazione contro il pubblico ministero Antonino Di Matteo (con Antonio Igroia titolare dell'inchiesta stato-mafia) che ha osato rispondere ad alcune domande di Repubblica