di Alba Sasso
Si può dire che ogni giorno ce n'è una. Dalla lettura della legge di stabilità, approvata alla fine dello scorso anno, emergono aspetti inquietanti per quel che riguarda la scuola. In particolare laddove si dice che, a partire dal 2014, «i risultati conseguiti dalle singole istituzioni sono presi in considerazione ai fini della distribuzione delle risorse per il funzionamento». Frase preoccupante, anzi decisamente minacciosa, poiché sembra preludere a una nuova massiccia ondata di tagli.
Tagli tipo Tremonti-Gelmini, e che il governo Monti sembra voler perpetuare nella legge di stabilità. A cosa possono approdare infatti intenzioni così vaghe se non a tagliare i finanziamenti agli istituti considerati poco meritevoli?