di Fabio Marcelli
Ci si indigna, e giustamente, per i danneggiamenti del patrimonio culturale mondiale operati dai talebani in Afghanistan o, più recentemente, dai gruppi islamisti in Mali, ma la reazione è più blanda nei confronti di analoghi attentati contro scienza e cultura portati avanti ieri dal futile Berlusconi e oggi dal sobrio Monti. In questo caso la distruzione non assume la forma esplicita dei bulldozer o delle cariche esplosive, ma quella, più subdola ma altrettanto efficace, dell’incuria e del taglio dei fondi. Il risultato è tuttavia lo stesso.