di Liana Milella (Repubblica)
Per Antonio Ingroia, quello dei funerali di Prospero Gallinari e della partecipazione di un candidato di Rivoluzione civile come Claudio Grassi, è diventato il tormentone della giornata. Ma lui di «pietas» parla la mattina e di «pietas» continua parlare la sera. Non cambia idea. Difende Grassi. Che «si è tenuto fuori da qualsiasi ammiccamento ». Quanto a lui stesso, in quanto magistrato, stoppa le insinuazioni: «Non sono pugni chiusi che condivido ».
Giustifica quella presenza?
«Si tratta di un fatto personale, di una partecipazione in forma privata da parte di un amico di infanzia al funerale di un criminale. Si può colpevolizzare solo per questo una persona che negli anni ha sempre dimostrato di voler condannare ogni forma di violenza, anche ammantata di politica e di ideologia? Sarebbe ingiusto e ingeneroso».