di Patrizia Sentinelli
Buenos Aires esercita su di me una fascinazione particolare. Sarà la luce potente che esplode sulla città, o l’aria ribelle dei tangheros , oppure l’attraversamento dell’Avenida 9 de Julio e ancora la Boca che parla genovese, o gli antiquari di San Telmo con le madonne e i sifoni di selz colorati in vetrina a catturarti e a sospingerti in un’altra dimensione.
Sarà un insieme di cose ma è certo che la città portena è unica. La gusti di più se la percorri a piedi, quadra dopo quadra. Poi quando non c’è la fai più ci sono taxi , la Subte e bus in quantità. Ora l’inflazione è alta, e anche i taxi sono meno convenienti di qualche anno fa. Ma sono sempre un buon mezzo per muoversi. Alzi la mano e oplà già ci sei dentro, direzione Palermo Viejo o Belgrano….
La città esplode in un miscuglio di contraddizioni. Modernità e decadenza. Grandi marche nei negozi e nei centri commerciali e tanti cartoneros all’imbrunire. Ma c’è comunque una presenza della mano pubblica che sostiene e prova a regolare. Ciò che colpisce è soprattutto la vivacità sociale e politica molto intensa.