di Felice Roberto Pizzuti
La “discesa in campo” di Monti dovrebbe almeno servire ad eliminare un equivoco che sta condizionato significativamente la vita politica italiana cioè che il suo governo sia tecnico, le cui decisioni sono “dovute”, prive di riferimento ideologico, estranee alla politica ed esenti dalla sfiducia che essa suscita nell’opinione pubblica.
Quell’equivoco ha favorito, anche in ambiti progressisti, il fenomeno dell’assolutizzazione dell’agenda Monti la quale andrebbe inevitabilmente applicata anche dopo le elezioni, a prescindere dal loro esito, dal governo che si formerà e dai programmi che troveranno il consenso democratico degli elettori.