di Luca Sappino
Ci hanno insegnato ad osservare lo Spread, a tenerlo sottocchio, preoccupandoci delle flessioni anche minime, temendo, più d’ogni altra cosa, le sue verticali impennate. Poi arrivano i dati sulla povertà e sulla produzione, e tutto riprende la giusta importanza. Perché, ci racconta la fotografia del rapporto dell’Istat su reddito e condizioni di vita, oltre un quarto degli italiani è a rischio povertà o esclusione sociale: per la precisione il 28,4 per cento, che è drammaticamente vicino a un terzo.
Che vuol dire? Il dato è calcolato secondo la definizione adottata nell ’ambito della strategia “Euro - pa 2020”, ed è un indicatore derivato dalla combinazione di tre diverse categorie: quella del “rischio di povertà” (calcolato sui redditi 2010), della “severa deprivazione materiale ”, e della “bassa intensità di lavoro”.