di Riccardo Luna
Un giorno lo capiremo e quel giorno ci decideremo finalmente a chiedere scusa a quelli come Aaron Swartz: gli hacker. E se il solo leggere una cosa così ci appare assurdo, questo dimostra l’enormità dell’equivoco collettivo che è stato generato negli ultimi trent’anni. Abbiamo fatto passare gli hacker per delinquenti. Criminali. Soggetti pericolosi per gli individui e persino per la pace mondiale.
E’ vero, qualche hacker ha effettivamente commesso delitti, fatto danni, creato disagi, talvolta grandi disagi. Ma è come se avessimo preso una piazza piena di pacifici manifestanti e gli avessimo dato dei “terroristi” perché fra loro ce n’era uno. Gli hacker sono un’altra cosa: gli hacker vogliono cambiare il mondo per renderlo un posto migliore e sono convinti che un computer connesso a Internet sia la strada ideale per farlo.