di Piergiorgio Alleva
L'odiosità della rappresaglia che la Fiat di Marchionne ha annunziato rispetto alla meritatissima (e vergognosa) condanna per discriminazione antisindacale pronunziata nei suoi confronti, prima dal Tribunale e poi dalla Corte d'Appello di Roma, è stata percepita e stigmatizzata da tutti gli osservatori, senza distinzione, si può dire, di colore politico o orientamento ideologico. Addirittura membri autorevoli del governo hanno sentito il bisogno di prendere le distanze da un modo di comportarsi - e, a questo punto, anche di pensare - tanto estraneo ad elementari