di Giuliana Sgrena
La lotta al terrorismo, dall'11 settembre, giustifica ogni avventura bellica. Anche se non si può fermare la spirale del terrore con la guerra: erano iniziati da poche ore i bombardamenti dei caccia francesi in Mali quando è scattato l'allarme antiterrorismo in Francia. All'intervento francese sono seguite immediatamente le minacce di Ansar Eddine (uno dei gruppi terroristi che sta occupando il nord del Mali) e c'è da sperare che restino solo minacce.
Con l'intervento francese (appoggiato dagli Usa e da altri paesi europei, Gran Bretagna in testa) salta il dialogo tra jihadisti e governo, sponsorizzato dal Burkina Faso che ora, a sua volta, annuncia l'invio di un contingente. L'Ecowas (Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale) stava già preparando un contingente di 3.300 uomini, ma il presidente Traoré ha preferito accelerare l'azione militare chiedendo aiuto alla Francia, che ha risposto immediatamente, avvalendosi anche della risoluzione approvata dall'Onu il 20 dicembre.