di Marx21

Il Comitato Centrale del Partito Comunista Sudafricano (SACP) ha iniziato la sua sessione dopo il Congresso di giugno osservando un minuto di silenzio ed esprimendo le sue condoglianze a coloro che hanno perso parenti e colleghi nei tragici avvenimenti della settimana scorsa e i migliori auguri di ristabilimento a coloro che sono stati feriti, sia tra i lavoratori che tra la polizia. Il Comitato Centrale saluta l'annuncio del presidente Zuma di creare una commissione di inchiesta. E' importante che il mandato dell'inchiesta abbia una portata generale. E' impossibile comprendere la tragedia senza comprendere le cause che vi stanno dietro.

L'inchiesta dovrebbe, tra l'altro, basarsi sul rapporto di 167 pagine della Fondazione Bench Marks sponsorizzata da una associazione religiosa, “Le comunità nelle miniere di platino”, che è stato pubblicato la settimana scorsa.
Questo rapporto fornisce un quadro sul modo come i grandi gruppi minerari hanno ricavato miliardi di rand di profitto grazie all'estrazione nei più importanti giacimenti di platino del mondo nel distretto di Bojanala nella provincia del Nord-est, lasciando nella sua scia solo miseria, morte, povertà, malattie e inquinamento ambientale tra le comunità dei dintorni. Il rapporto constata che le operazioni di Lonmin, ad esempio “implicano tassi elevati di decessi” e “condizioni deplorevoli di alloggio dei dipendenti di Lonmin”. Inoltre il rapporto attribuisce il livello elevato di decessi a Lonmin e nelle altre miniere di platino dell'impresa nel distretto al ricorso massiccio a contratti precari (circa un terzo della manodopera nel caso delle operazioni di Lonmin a Marikana). “Gli impiegati ricevono generalmente bassi salari, con salariati male formati, mal educati e mal alloggiati”, nota il rapporto, aggiungendo: “di conseguenza la sorte dei lavoratori precari mette in pericolo la salute e la sicurezza degli altri lavoratori”.

Gli stessi membri del SACP nel distretto, la maggior parte dei quali minatori, da anni informavano il partito su queste realtà, e noi avevamo sollevato il problema pubblicamente, ma facendo riferimento al rapporto della fondazione Bench Marks per evitare di essere accusati di spirito di parte. Punto importante, il rapporto sottolinea che la pratica dell'utilizzo di contratti precari da parte delle compagnie minerarie risale al periodo immediatamente posteriore al 1994, una misura di riduzione dei costi e un tentativo di “limitare la forza” del NUM (Sindacato nazionale dei minatori, sotto influenza comunista), di non rispettare i diritti alla negoziazione collettiva che la classe operaia organizzata aveva finalmente ottenuto dopo decenni di lotte. Inoltre, il rapporto fa rilevare che il ricorso massiccio a lavoratori precari provenienti da altre regioni, compresa quella del Capo orientale, ha creato tensioni nelle comunità, tra “locali” e “stranieri”. L'anno scorso, ci furono manifestazioni violente tra i giovani disoccupati locali originari di Marikana, furiosi perché gli impieghi minerari erano stati presi da “stranieri”.

La Commissione di inchiesta presidenziale deve anche prendere in considerazione il ciclo della violenza alimentato dallo pseudo sindacato AMCU, che cerca di impiantarsi localmente. Lanciato a Witbank da due ex membri del NUM, esclusi per comportamento anarchico, l'AMCU è stato finanziato da BHP Billiton (grande gruppo minerario concorrente di Lonmin) nel tentativo deliberato di minare l'influenza del NUM. La commissione dovrebbe in particolare investigare sul suo leader, Joseph Mathunjwa.

La violenza associata a AMCU si è estesa alle miniere di platino di Rustenburg l'anno scorso quando la direzione di Impala Platinum ha deliberatamente rimesso in discussione gli accordi collettivi sottoscritti con il NUM, cercando di attirare, con salari più elevati, i minatori di altre imprese specializzate; ciò ha naturalmente suscitato le rimostranze dei lavoratori meno qualificati. Rimostranze utilizzate in modo demagogico da AMCU, con la conseguenza di provocare infine il licenziamento di migliaia di lavoratori.

A Marikana, la settimana scorsa, la direzione di AMCU ha ancora una volta approfittato della credulità e della disperazione degli strati più emarginati della manodopera di Lonmin, di quei lavoratori precari “stranieri”, la maggior parte dei quali provenienti dal Pondoland orientale. I militanti del SACP della regione confermano i resoconti dei giornali secondo cui i lavoratori armati che si sono radunati sulla collina sono stati indotti all'errore, immaginando di essere invulnerabili alle pallottole della polizia dopo aver ingurgitato dell' “intelezi” (una pianta psicotropa).

In breve, è impossibile comprendere la tragedia della settimana scorsa senza una comprensione del modo con cui i grandi gruppi minerari, che fanno man bassa di più dell'80% delle risorse mondiali di platino, hanno suscitato la povertà delle comunità, fonte di disperazione, di tensioni che creano divisioni, e di un atteggiamento fatalista di fronte al pericolo e alla morte. Non è possibile comprendere la tragedia senza comprendere come l'avidità di imprese guidate dalla loro sete di profitto abbia deliberatamente cercato di insidiare l'influenza di un potente sindacato come pure gli accordi collettivi, in connivenza con forze demagogiche. Questa strategia si è ormai rivoltata contro le stesse grandi compagnie e i loro profitti.

Per tutte queste ragioni, il SACP respinge fermamente il tentativo di dipingere gli avvenimenti della settimana scorsa come se si trattasse di rivalità tra sindacati. Questa recita non è molto dissimile da quella elaborata negli ultimi anni dell'apartheid, quando uomini armati aizzati, addestrati e scortati dal regime dell'apartheid si scatenarono sulle comunità che sostenevano il Fronte democratico unitario, il COSATU e l'ANC, e tutto ciò veniva riportato nei media come se si trattasse di “violenze di neri contro neri”.

Si possono trarre molte lezioni da questa tragedia. Una buona comprensione delle cause che vi stanno dietro dovrebbe coprire di ignominia tutti coloro che cercano di minare gli accordi collettivi facendo appello a un “mercato del lavoro più flessibile”, che difendono la pratica degli intermediari del lavoro (labour-brokers) e il ricorso massiccio ad ogni altra forma di lavoro “atipico”, e che cercano di dipingere il COSATU e i sindacati affiliati come la sorgente di tutti i mali.

 

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