Intervista a Paolo Ferrero
di Sebastiano Cugnata
Segretario Ferrero, cosa ne pensa dei sette anni di governo Cuffaro prima e dei quattro anni del successivo governo Lombardo? Crede che oltre ad affossare il già fragile sistema politico ed economico siciliano, abbiano causato danni all’equilibrio dell’intero Paese?
I governi Cuffaro e Lombardo sono due facce della stessa medaglia: rappresentano un sistema di potere che ha gestito, piegato e affossato l’intera Sicilia per anni, a partire dalla macchina amministrativa e da settori cruciali dell’economia come agricoltura. Sono stati l’affermazione di una logica clientelare e di tantissimi sprechi nella spesa pubblica, nel quadro di un medesimo sistema di potere, in totale continuità l’uno con l’altro.
Con tutta evidenza la gestione Cuffaro e Lombardo ha significato il mancato sviluppo non solo della Sicilia ma anche del Mezzogiorno, con un dispendio inutile di risorse che ha pesato sull’intero Paese.
Dopo le dimissioni di Lombardo, tenendo conto dei nuovi candidati, crede che in Sicilia possa migliorare qualcosa?
Stiamo lavorando per quest’obiettivo, con Fava candidato Presidente, una lista unitaria della sinistra e una aggregazione con l’IdV. Riteniamo necessaria la più netta discontinuità con i governi passati, sia a livello regionale che nazionale. Questi hanno fallito, questi se ne devono andare.
Parlando delle coalizioni a sinistra, cosa ne pensa dell’alleanza UDC/PD di Crocetta?
È un’alleanza che pone il Pd sempre più a destra e che ripropone con altri alleati una vecchia logica che ha “insabbiato” i democratici anche negli ultimi anni, in Sicilia.
Perciò pensiamo che questo tipo di alleanza sia nefasta, senza alcuna possibilità di discontinuità col passato, nessun vero cambiamento perché è l’alleanza stessa che lo impedisce. Prevale insomma una componente moderata rispetto a una forza che vuole cambiare, a una forza che voglia innovare.
E’ possibile secondo lei un vero governo di sinistra radicale in Sicilia?
In Sicilia sì, è davvero possibile. Il progetto al quale partecipiamo è credibile e penso che, considerata anche la divisione e la parcellizzazione delle destre, la sinistra concorre realmente e può effettivamente puntare al governo della Regione.
Come si pone il PRC nei confronti di Fava?
Claudio Fava è il nostro candidato che sosteniamo con grande determinazione. Stiamo costruendo con lui un processo partecipato, processo che abbiamo già consolidato nella lista unitaria che abbiamo realizzato con Sel, i verdi e Rita Borsellino. Una lista che ha un programma di alternativa e che rappresenta un processo di unità della sinistra ancora più avanzato di quello fino ad ora avvenuto a livello nazionale. Noi puntiamo ad unire la sinistra in Sicilia per unirla anche a livello nazionale.
Come vede lei l’alleanza con Di Pietro? Pensa che ciò che è successo a Palermo questa primavera, possa essere riprodotto anche su scala regionale e nazionale?
Di Pietro ha accolto positivamente l’appello a costruire una coalizione alternativa ai montiani e questa è un’ottima cosa. Noi siamo impegnati a costruire una lista unitaria di sinistra e con l’Idv vogliamo costruire una coalizione più ampia che rappresenti l’alternativa a queste politiche italiane ed europee che stanno distruggendo i diritti dei lavoratori e affossando il paese. Palermo, la primavera siciliana e soprattutto la coalizione con la quale ci presenteremo a ottobre alle elezioni regionali sono certamente un esempio e un modello che vorremmo perseguire e riproporre anche su scala nazionale.
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