di Federica Pitoni

«Bab al Shams (Porta del Sole) è la nostra porta verso la libertà e l’indipendenza; Bab al Shams è la porta per Gerusalemme; Bab al Shams è la porta per il ritorno. Israele ha imposto per decenni i fatti compiuti sul terreno, in mezzo al silenzio della comunità internazionale, ora è giunto il momento di cambiare le regole del gioco: questa terra ci appartiene e noi imporremo la realtà sul terreno».
E con queste parole venerdì circa duecentocinquanta palestinesi, provenienti da tutto il Paese, hanno “occupato” la loro stessa terra e creato il villaggio di Bab al Shams, a est di Gerusalemme.


Ma andiamo con ordine. Dopo che l’Assemblea Generale dell’Onu, il 29 novembre scorso, si è pronunciata a favore della Palestina come Stato non membro, Israele, tra le tante altre ritorsioni, ha annunciato la creazione di migliaia di case per i coloni nella zona denominata Corridoio E1, a est di Gerusalemme. Nella giornata di venerdì 11 gennaio, cittadini palestinesi, su una collina in questa medesima zona, hanno piantato tende e inventato la prima occupazione palestinese con la creazione del villaggio di Bab al Sham (il villaggio prende il nome dal titolo di uno splendido romanzo di Elias Khuri, edito in Italia da Einaudi, che narra la storia del popolo palestinese dal 1948 ad oggi).
Bab al Shams è una nuova forma di lotta, riappropriandosi della propria terra e mettendo il mondo di fronte a un’esperienza di resistenza alla creazione di altre colonie sioniste. Ma quanti sanno dell’esistenza di Bab al Shams? La stampa mondiale, come sempre, tace e occulta le notizie dalla Palestina. E allora proviamo noi che al popolo palestinese siamo vicini a scriverne, a dirlo, a raccontarlo.
Ma la notizia che vi sto dando, la bella storia di Bab al Shams, rischia di fermarsi qui. Sono le 2 del mattino di domenica 13 gennaio e stanno arrivando notizie molto preoccupanti. Dopo aver allontanato i giornalisti e accerchiato il villaggio, le forze di occupazione israeliane stanno irrompendo a Bab al Shams e compiendo arresti, da una prima stima siamo già a un centinaio di arresti.
La comunità internazionale che per decenni ha assistito nel silenzio all’appropriazione della terra palestinese da parte dei coloni sionisti, ora assisterà silenziosamente anche alla distruzione della prima “colonia palestinese”?
Nell’incalzare delle notizie dalla Palestina, voglio pensare che quel vento nuovo che ha portato finalmente l’Assemblea Generale dell’Onu a votare sì allo Stato di Palestina, che quel vento che per la prima volta sembra sgombrare il cielo dalle pesanti nubi sioniste e svelare i raggi del sole, oggi faccia urlare il mondo. Nel cielo della Palestina c’è un sole che brilla e illumina la sua terra e il suo popolo e non riuscirà l’esercito occupante a spegnerlo. Bab al Shams continuerà a brillare.

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