Il tragico triplice suicidio di Civitanova Marche , conseguenza diretta della crisi che investe il Paese, riporta drammaticamente alla ribalta il problema, ancora irrisolto, degli esodati, lavoratori che non percepiscono più uno stipendio e non hanno ancora una pensione. Era infatti un esodato Romeo Dionisi, l'uomo che, insieme alla moglie (Anna Maria Sopranzi), si è impiccato venerdì scorso per i gravi problemi economici collegati alla sua condizione di ex lavoratore senza reddito (63 anni, ma troppo "giovane" per andare in pensione). In seguito, dopo aver scoperto il gesto della coppia, anche il fratello della donna si è tolto la vita gettandosi in mare.

 

"Una tragedia immane che lascia sgomenti e disarmati – è stato il commento della Cgil - legata e intrecciata alla crisi che investe il nostro Paese”, e sulla quale, ha aggiunto il sindacato, è necessario intervenire subito ponendo fine a quel “vergognoso limbo in cui sono state relegate centinaia di migliaia di persone, i cosiddetti 'esodati'”.

 

E allora ripercorriamo questa storia dai toni sempre più drammatici , iniziata con la riforma delle pensioni voluta dal governo Monti e confezionata dal ministro Elsa Fornero (6 dicembre 2011), uno dei primi atti del governo dei tecnici, che ha portato a compimento le modifiche già introdotte dal governo Berlusconi. Fecero molto discutere, all'epoca, le lacrime del ministro Fornero nella conferenza stampa di presentazione della riforma

Il drastico innalzamento dell'età pensionabile imposto dalla riforma crea il limbo degli esodati. La prima riposta dei sindacati è uno sciopero unitario di tre ore , il primo dal 2005. Susanna Camusso attacca il nuovo esecutivo e parla di “continuità con il governo Berlusconi”. Anche per il Pd la riforma è “troppo drastica” .

 

Quasi subito arriva il primo mezzo passo indietro del Governo , il ministro Fornero annuncia un possibile attenuamento della riforma per i nati nel 1952 (la classe di età più penalizzata dall'innalzamento dell'età pensionabile), ma la concessione appare subito insufficiente.

 

Intanto, la parola “esodati” irrompe nel vocabolario giornalistico , anche grazie ai primi grandi casi che balzano alle cronache, come quello dei 5mila lavoratori di Poste senza stipendio né pensione . Con l'aumento delle tasse sulle sigarette, contenuto nel milleproroghe, si mette un primo cerotto alla riforma . Ma gli esodati garantiti sono solo quelli che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011.

 

A febbraio 2012 i sindacati tornano in piazza per chiedere di cambiare la riforma delle pensioni. Dal palco, Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, afferma: “L'allungamento dell'età pensionabile fatto con un decreto - ha detto - produce decine di migliaia di casi drammatici per persone che avevano fatto un'intesa. Noi lo abbiamo spiegato più volte al governo, non so se non capisce o fa finta di non capire”.

 

A marzo anche l'Inps comincia a preoccuparsi del problema, il presidente Mastrapasqua si impegna per una soluzione e il ministro Fornero annuncia un decreto entro il 30 giugno . Si comincia a capire che lo iato tra tutelati (65mila) e platea complessiva (si parla di 200-300mila persone) è enorme. Secondo il deputato del Pd Cesare Damiano, servono almeno altri 500 milioni di euro.

 

Il 13 aprile 2012 si tiene la terza manifestazione nazionale unitaria dei sindacati contro la riforma delle pensioni. Stavolta al centro c'è proprio il nodo esodati . E' sempre più forte la polemica sui numeri: il governo insiste sui 65mila, per i sindacati sono oltre 300mila. Intanto, una dichiarazione del sottosegretario Polillo sulla possibilità di tornare al lavoro per gli esodati scatena un ridda di polemiche.

 

A questo punto il governo è costretto a convocare i sindacati. Fornero organizza il primo tavolo il 9 di maggio , ma l'esito è tutt'altro che positivo , Confermate risorse solo per 65mila e per il biennio 2013-14. Intanto, le proteste crescono in tutta Italia. Ad esempio a Termini Imerese , dove gli esodati ex Fiat sono 640, e si arriva ad occupare l'Agenzia delle Entrate.

 

Il 25 maggio 2012 il primo decreto sugli esodati arriva al Quirinale per la firma di Napolitano. Confermati i numeri annunciati: sono solo 65mila i salvaguardati per una spesa complessiva di 5 miliardi di euro. Il primo giugno il Presidente firma il decreto che diventa legge.

 

Dopo il primo “mini decreto” la mobilitazione dei sindacati non si ferma. Il 16 giugno Cgil, Cisl e Uil sono di nuovo in piazza per chiedere un cambiamento di rotta al governo . Intanto, continua il balletto dei numeri e l'Inps lascia trapelare cifre allarmanti (400mila), Fornero va in Senato, smentisce l'Inps, ma intanto annuncia un altro mezzo passo avanti (o indietro, se preferite) del governo: altri 55mila salvaguardati e l'ipotesi di tutelare gli over 62. Ipotesi, appunto, perché prima occorre trovare le coperture.

 

Siamo a luglio 2012, si comincia a parlare di spending review, mentre continua la rincorsa sugli esodati. Il 26 luglio decine di migliaia di esodati tornano in piazza a Roma con Cgil, Cisl e Uil. La richiesta è ancora quella di salvaguardare tutti .

 

L'estate trascorre con il problema che resta ampiamente irrisolto , e solo in ottobre in Parlamento, non senza l'ostruzionismo del Pdl, arriva una proposta di legge che dovrebbe contribuire a risolvere almeno parzialmente il problema. Il ddl arriva in aula a Montecitorio il 9 ottobre, accompagnato da un presidio organizzato dai sindacati davanti alla Camera . Ma la legge si arena in commissione, di nuovo per mancanza di copertura . “Quanto sta avvenendo sugli esodati ha dell’incredibile. Nella legge di stabilità va definita una norma generale di tutela”, è il commento del segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica.

 

Per il via libera della Ragioneria dello Stato occorre aspettare l'11 novembre , che dà il via libera ad un nuovo accordo, dal quale però restano fuori i licenziati per fallimento . Ancora una “soluzione parziale” secondo la Cgil, ma anche il ministro Passera parla di “risposta non strutturale”.

Il 6 dicembre 2012 il Pdl lascia la maggioranza e fa di fatto cadere il Governo Monti. Ma il nodo esodati è tutt'altro che sciolto. Inizia la campagna elettorale e il tema esodati non trova lo spazio che ci si sarebbe potuti aspettare. Intanto, il 21 gennaio viene pubblicato in gazzetta ufficiale il secondo decreto sugli esodati ( salvaguardia per altri 55mila ). Si trova anche una soluzione per i cosiddetti “quindicenni” .

 

Siamo all'attualità post elettorale, con l'ultimo decreto (il terzo) del ministro Fornero che salvaguarda altri 10mila lavoratori, portando a quota 130mila il numero di quelli che potranno ritirarsi con le vecchie regole. Ma anche su questo ultimo decreto non mancano i problemi e il nuovo Parlamento chiede al governo di modificare alcuni punti del testo , come quello relativo ai cosiddetti "contributori volontari".

 

Una storia che non finisce per ora , ma che si mostra in tutta la sua gravità con fatti come quello di Civitanova, con la disperazione che degenera in dramma e dimostra quanto tempo si sia perso finora e quanto il prezzo di questa attesa possa essere alto.

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